Il post-finale di Champions si tinge di giallo. La brusca separazione tra l’Inter e Simone Inzaghi ha lasciato sul tavolo interrogativi scomodi e retroscena ancora più amari, alimentati dalle dichiarazioni del CEO dell’Al Hilal che ha ammesso l’accordo col tecnico già prima della sfida col PSG. Un’uscita che ha irritato profondamente la società nerazzurra.

Le tempistiche dell’accordo: più che sospetti, certezze

Nonostante la firma ufficiale sia arrivata dopo la finale, per Gianni Visnadi non c’è dubbio che la trattativa fosse già ampiamente definita prima. “Penso che abbia firmato lunedì notte e l’abbia comunicato a Marotta martedì mattina. Non si prepara un contratto da 54 milioni in una giornata. Era tutto pronto, doveva solo decidere se firmare o no”. Una visione che collide con il racconto di un Inzaghi ancora indeciso fino all’ultimo: “L’Inter era assolutamente convinta che Inzaghi sarebbe rimasto. Se davvero aveva già deciso, è grave che lo sapessero i giocatori e non Marotta, che ancora lunedì alle 18 lo chiamava per avere una risposta”.

La sconfitta con il PSG: effetto collaterale o conseguenza?

Il clamoroso 5-0 subito a Monaco ha acceso il sospetto: Inzaghi era già con la testa altrove? Visnadi respinge l’idea che l’accordo con l’Al Hilal abbia compromesso la prestazione. “L’Inter ha perso contro una squadra più giovane, più fresca, più forte. Era cotta. E anche se rigiocasse la partita col Barcellona o col Bayern, non le rivincerebbe”. L’insinuazione di un tecnico distratto o ‘traditore’ viene definita “propaganda”, alimentata ad arte da chi ha bisogno di costruire una narrativa più comoda. “Si vuole far passare che l’Inter abbia fallito perché Inzaghi aveva parlato con gli arabi. Non è così”.

Il peso della scelta: più denaro o nuova sfida?

Sull’addio all’Inter, Visnadi è netto: “Evidentemente ha scelto di andare a fare due anni e a riscuotere dei crediti”. Nessun tradimento, ma una valutazione lucida, anche dolorosa, del futuro possibile. “Se l’Inter avesse vinto quella partita, forse Inzaghi sarebbe rimasto. Ma ha visto limiti di sviluppo nella squadra e ha scelto altro. Tutto il male che ho sempre detto su quel calcio e quei soldi lo ribadisco. Ma è comprensibile”. Da qui, un interrogativo che resta sospeso: “Vediamo se tornerà più maturo, migliorato o soltanto più ricco”.

Verità e responsabilità: la linea sottile tra fatti e opinioni

Il nodo, per Visnadi, resta uno: la mancanza di chiarezza interna. “È impossibile che Marotta non sapesse nulla mentre i giocatori sì. Se davvero avesse avuto notizia della trattativa, non gli avrebbe proposto il rinnovo: lo avrebbe cacciato”. Una discrepanza che mina anche la posizione della società. E sulla valanga di supposizioni che circondano la vicenda, l’analisi è disillusa: “La verità la conoscono Inzaghi, i giocatori e Marotta. Noi abbiamo solo opinioni. Ma quella ufficializzata dall’Al Hilal ha fatto esplodere tutto”.