NEL SEGNO DI ESPOSITO – Nella vibrante cornice del Lumen Field di Seattle, durante la fase a gironi del Mondiale per club, l’Inter si impone sul River Plate grazie a una prestazione di grande maturità e intensità. Ma soprattutto, grazie alla prima da titolare di Francesco Pio Esposito, che decide la partita con un gol da vero centravanti. A chiudere i conti ci pensa Bastoni nel recupero, ma la copertina è tutta per lui: classe 2005, attaccante, nato a Castellammare di Stabia, cresciuto nel settore giovanile nerazzurro e protagonista già alla sua seconda presenza con la prima squadra.

Quella rete al 72’ non è solo il suo primo gol con la maglia dell’Inter, ma una dichiarazione d’intenti. Come a dire: sono pronto. Il mio momento è adesso.

Inter-River Plate: Chi è Francesco Pio Esposito?

Nato il 28 giugno 2005, Pio Esposito è uno dei talenti più interessanti del panorama calcistico italiano. Fratello minore di Sebastiano Esposito, è un attaccante completo: fisico, coordinato, potente nel gioco aereo e con una notevole visione di gioco. Non è solo un finalizzatore, ma un giocatore intelligente, bravo tecnicamente, capace di leggere le situazioni e far salire la squadra.

Dopo la trafila nelle giovanili dell’Inter, il salto tra i professionisti arriva grazie al prestito allo Spezia, dove in Serie B, nella stagione 2024-2025 mette insieme 17 gol in 35 partite di campionato e altri 2 nei play-off, risultando decisivo per il terzo posto finale della squadra ligure. Un rendimento che ha convinto i dirigenti nerazzurri a riportarlo a casa per affidarlo a Cristian Chivu, che lo conosce bene dai tempi della Primavera.

Jacobelli: “Ma che cosa si aspetta? L’Inter deve puntarci”

Nei giorni in cui si discute del possibile arrivo di Bonny dal Parma, Xavier Jacobelli non usa mezzi termini: “Perché parliamo di Bonny quando hanno già Pio Esposito in casa? Ha segnato un gol da attaccante puro. Nell’ultima stagione ha realizzato 19 gol con lo Spezia in 40 partite. Ma che cosa si aspetta?”

Il noto giornalista sottolinea quanto sia sbagliato pensare a un ulteriore prestito per il giovane nerazzurro: “D’obbligo cancellare qualunque tipo di prospettiva di trasferimento di un anno in prestito. Perché dovrebbe farsi le ossa? Ma quali ossa? Questo è un grande giocatore”.

E insiste: “Questa è una gran bella notizia anche per la Nazionale. Pio Esposito ha salito uno a uno i gradini delle varie selezioni Under e non mi meraviglierei affatto se, nel precampionato, confermasse ciò che ha mostrato sia allo Spezia e che in campo contro il River Plate. Se rientrasse subito nell’orbita della Nazionale maggiore, non sarebbe certo una sorpresa.”

Per Jacobelli, il punto è chiaro: “Il calcio italiano ha i talenti, ma bisogna farli giocare. L’importante è farli giocare”. In questo particolare Mondiale per Club, l’Inter lo sta facendo. E i risultati cominciano a vedersi.

Talento, coraggio e opportunità: l’Italia può (e deve) crederci

La storia di Francesco Pio Esposito è l’emblema di una realtà spesso trascurata: il calcio italiano ha talenti. Quello che troppo spesso manca è il coraggio di puntarci davvero. L’Inter, con Chivu in panchina, sta dimostrando di voler invertire la rotta. E il debutto di Pio al Mondiale per club, culminato con un gol decisivo e la nomina a miglior giocatore della partita, è la prova che i risultati possono arrivare.

Ora la palla passa alle società, alla Federazione e a chi ha il compito di costruire il futuro del nostro calcio. Il messaggio è uno solo: se il talento c’è, bisogna avere il coraggio di farlo giocare.

E se questa è solo l’alba della carriera di Pio Esposito, il futuro, per lui e per il calcio italiano, promette di essere davvero luminoso.