“Destra o sinistra: l’antidemocrazia va sempre combattuta, non solo quando vi pare”| Enrico Michetti

“Mala Tempora Currunt”, direbbero i latini. E quando si parla di “Antidemocrazia”, che sia da destra o sinistra, bisogna sempre avere lo stesso sdegno: Enrico Michetti ha perfettamente ragione. In un’epoca storica in cui, soprattutto qui in Europa, la politica si sta trasformando sempre più in qualcosa di impersonale e cinico, il rischio è dare spazio a sentimenti sbagliati e contrari all’ideale democratico.

Se una forza politica prende il 40% dei voti, qualche domanda forse bisogna farsela“. Il riferimento del professore, in diretta su Radio Radio, è abbastanza chiaro… Il rischio che il pregiudizio possa macchiare le giuste analisi dell’ambito politico, soprattutto in un’era come questa, è più che alto.

Non c’è neanche bisogno di dirlo: bisogna sempre diffidare da tutte le istanze anti-democratiche, che siano di destra o di sinistra. Ma è sbagliato, oltre che riduttivo, affibbiare a priori a una specifica parte politica l’origine di tutte esperienze illiberali. Cos’è successo, ad esempio, in Russia nell’ottobre del 1917? Questo il senso del suo intervento. Secondo Michetti, il concetto chiave è uno solo: l’abbandono dei filtri ideologici in favore di una lotta oggettiva e senza pregiudizi a tutte le istanze dell’antidemocrazia.

Che cosa è successo nell’ottobre del 1917 in Russia? Cosa faceva Pol Pot? E Ceausescu? Cosa faceva Stalin? La violenza non è un tutt’uno con la destra. Le dittature esistono sia a destra che a sinistra. In generale, la democrazia deve essere il luogo del dialogo di tutte queste posizioni. Se c’è un movimento che prende il 40% dei voti, ci saranno delle motivazioni che hanno indotto gli elettori a votare in quel modo, no? E in ogni caso, se anche questi fossero anti-sistema, o volessero fare la rivoluzione, bisogna giudicarli a prescindere dal loro essere di destra o di sinistra“.

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