Stasi, nuove prove nel caso Garlasco: 18 anni di pressapochismo giudiziario | Renate Holzeisen

Due fazioni tra gli inquirenti, una verità ancora lontana: il caso Stasi a Garlasco continua a scuotere la fiducia nella giustizia italiana

Arrivano ancora brutte notizie da Garlasco, legate a una vicenda che continua a essere sempre più inquietante. Non si può entrare esattamente nel merito, perché non abbiamo accesso alle carte, e non possiamo stabilire chi abbia ragione o torto. Ma il dato di fatto è che esistono due schieramenti netti: inquirenti che sostengono una tesi, altri inquirenti che sostengono l’opposto. Prima assolto, poi riassolto, poi ricondannato, ed ora, dopo 18 anni, emergono nuove prove che sembrerebbero schiaccianti.

Ci troviamo quindi di fronte a organi inquirenti — persone che hanno potere e che potrebbero anche presentarsi domani alla nostra porta — che arrivano a conclusioni totalmente opposte. Uno dei due gruppi ha sicuramente torto. E se tutto questo capitasse a noi?

C’è un problema profondo all’interno del sistema: qualcosa che riguarda non solo la giustizia, ma anche gli inquirenti e chi deve giudicare. Sembra che Alberto Stasi sia stato condannato non oltre ogni ragionevole dubbio, ma con una quantità enorme di dubbi ancora aperti. E ciò avrebbe permesso, forse per discrezionalità, di rovinare la vita di una persona. Magari per errore. Non lo sappiamo ancora, forse lo capiremo più avanti. Ma una cosa è certa: esistono fazioni opposte all’interno degli stessi poteri. E questo, fa paura.

In diretta su “UN GIORNO SPECIALE“, l’avvocato Renate Holzeisen ha dato la sua visione della vicenda, entrando nello specifico rispetto al tema della giustizia penale tout court e nelle sue diverse applicazioni nel resto del mondo.

Garlasco – La giustizia penale ha una responsabilità enorme

“Sì, ovviamente la giustizia penale ha una responsabilità enorme, perché prima di dichiarare una persona colpevole di un reato grave, non devono esserci più dubbi. Solo al di là di ogni ragionevole dubbio si può emettere una dichiarazione di colpevolezza.

Per questo motivo, serve la massima cautela, la massima ponderazione. Vedremo, quindi, cosa emergerà definitivamente da questo caso.”

Garlasco – Un caso che divide e fa discutere

“Questo caso è molto irritante, solleva molti interrogativi, e sarà interessante capire come si concluderà. In casi come questi, penso sempre agli Stati in cui è prevista la pena di morte — compresi gli Stati Uniti.”

Pena di morte: il rischio dell’errore è disumano

“Personalmente, considero la pena di morte inaccettabile, perché uccidere una persona è già, di per sé, qualcosa che ritengo impossibile da giustificare. Ma soprattutto, l’idea che una persona possa essere condannata a morte, eseguita, e che poi si scopra che era innocente, è per me una forma di disumanità assoluta.

In alcuni Stati americani, questa garanzia — cioè la possibilità di revisionare una condanna sulla base di nuove prove, anche dopo che è diventata definitiva — non esiste. E questo vuol dire che persone innocenti sono state condannate e uccise.”

Prigione da innocente: un danno irreparabile

“Essere privati della libertà, finire in prigione da innocenti, è già un’ingiustizia enorme. Ma se parliamo di una persona giovane, il danno è ancora più devastante: significa essere derubati di anni fondamentali della vita, che non possono essere restituiti.

Non esiste nessun risarcimento che possa compensare una simile perdita. Su questo non c’è alcun dubbio.”

ASCOLTA L’INTERVENTO INTEGRALE SU “UN GIORNO SPECIALE” – CON FABIO DURANTI