“Roma-New York in 2 ore? Sarà realtà: ecco perché il volo supersonico potrebbe cambiarci la vita”

Dopo decenni dal tragico pensionamento del Concorde, il volo supersonico torna a far sognare grazie all’XB-1, l’aereo sviluppato dalla Boom Technology. Ispirato all’iconico jet franco-britannico, il nuovo velivolo mira a coniugare velocità e sostenibilità, grazie a tecnologie all’avanguardia come l’aerodinamica ottimizzata digitalmente e i materiali compositi.

Concorde Prototype 002 Rotating at Take-Off Date: 1970s

Ma l’obiettivo non è solo quello di volare più veloce: secondo l’ingegner Giovanni Di Antonio, direttore dell’innovazione tecnologica dell’ENAC, “il problema oggi è quello di farlo in maniera sostenibile, sia dal punto di vista economico ma soprattutto per il boom sonico”. E proprio su questo si concentra la sfida principale: “Tutti gli sforzi tecnologici sono volti ad affrontare questo problema dell’onda d’urto, sostanzialmente in due maniere: evitarla o attenuarla.”

Verso l’ipersonico: ExaFly e la corsa al futuro

Ma lo sguardo dell’aviazione guarda già oltre il supersonico: è il turno dei jet ipersonici, capaci di viaggiare a Mach 8, collegando Roma e New York in due ore. In questo scenario si inserisce il progetto ExaFly, il cui primo prototipo volerà in Italia nel 2026. Come spiega Di Antonio, “il progetto di un velivolo ipersonico è un progetto futuristico che richiede grandissimi sviluppi tecnologici e anche normativi”. ExaFly rappresenta un banco di prova per testare materiali resistenti al calore, avionica e, soprattutto, la propulsione scramjet: “Una enorme sfida tecnologica, soprattutto per consentire alla fiamma di rimanere stabile all’interno del motore e non spegnersi

Italia protagonista della sperimentazione

Non solo sviluppo tecnologico, ma anche un ruolo centrale nella sperimentazione internazionale. L’Italia potrebbe ospitare alcuni test cruciali per l’X-59, il velivolo supersonico silenzioso sviluppato dalla NASA. “L’obiettivo è testare l’accettabilità sociale del boom sonico – afferma Di Antonio – e per farlo serve svolgere prove fuori dagli Stati Uniti. L’Italia è candidata a diventare uno di questi siti.” Una prospettiva che rafforza il ruolo del nostro Paese non solo come osservatore, ma come attore protagonista nello sviluppo della nuova mobilità aerea ad altissima velocità.

GUARDA QUI L’INTERVENTO INTEGRALE DELL’ING. DI ANTONIO AI MICROFONI DI ‘ASTREA’