Trump – Zelensky: è tutto cambiato? La verità è nei gesti ▷ L’analisi non verbale con Patrick Facciolo

Per gli studiosi di comunicazione quello che diciamo rappresenta solo il 23% di ciò che comunichiamo. Esistono infatti diversi tipi di comunicazione, alcuni volontari, altri molto meno, seguendo il vecchio paradigma della scuola di Francoforte secondo cui “non si può non comunicare”.

Di certo molta importanza l’hanno le parole che scegliamo di dire o non dire, ma nel caso dei politici analizzare il linguaggio non verbale può essere molto utile per capire sensazioni, emozioni o addirittura cosa si pensa realmente in un determinato momento.
L’esperto in comunicazione Patrick Facciolo si concentra molto nei suoi canali social su entrambi i canali comunicativi, perché comprendere cosa hanno in testa le persone è possibile anche se loro non vogliono mostrarlo.

Il non verbale tra Trump e Zelensky

In un caso in particolare nell’ultima settimana c’era da decodificare un messaggio: quello dell’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky tra le mura vaticane.
I funerali di Papa Bergoglio sono infatti stati teatro di lunghi rendez-vous internazionali che sicuramente sono diventati occasione di trattative o chiarimenti.

E così sembra essere andata tra il presidente ucraino e l’inquilino della Casa Bianca: gli indizi sono sia verbali che non.
Fortissima è ad esempio la dichiarazione di Trump sul suo social Truth, dove senza mezzi termini ha dichiarato che “Forse Putin mi sta solo prendendo in giro, e deve essere trattato diversamente, forse con sanzioni secondarie? Troppe persone stanno morendo!!!”.
Una dichiarazione emblematica dopo i bombardamenti di domenica lanciati dal Cremlino e diretti in vaste aree ucraine. E quello che Trump non dice, rivela ancora di più.

Ciò che Trump fa alzando le caviglie mentre parla con Zelensky è un gesto che tecnicamente si denomina gesto antigravitazionale“, spiega l’esperto Patrick Facciolo, “sta a indicare che siamo contenti per qualcosa, in quei casi tendiamo a sollevarci. Si può sollevare la parte posteriore dei piedi o quella anteriore. Oppure pensiamo a cosa facciamo in gesto di vittoria, sollevando le braccia“.

In generale quando questi gesti si verificano, stanno a indicare che chi li compie prova emozioni positive, ma pensiamo anche all’automanipolazione che Trump mette in atto ascoltando Zelensky. Quando le mani si fregano c’è una gestione dello stress che si prova in quel momento. Gesto che insieme alla gestualità antigravitazionale ci porta a dedurre che Trump fosse ben disposto verso Zelensky, a differenza dell’incontro nello studio ovale in cui invece entrambi violavano la prossemica dell’altro“, cioè la posizione del corpo rispetto all’altro, “in quel caso addirittura tendevano a spingersi delineando uno scenario completamente diverso“.