Ieri sera, a San Siro, è andato in scena un derby che resterà impresso a lungo nella memoria dei tifosi milanisti — e, per motivi opposti, in quella degli interisti. Il Milan ha dominato l’Inter in lungo e in largo, imponendo il proprio ritmo, le proprie idee e la propria fame. Una squadra viva, feroce, che ha saputo colpire con lucidità e gestire con maturità, sfruttando ogni crepa nell’impalcatura nerazzurra.
Dall’altra parte, l’Inter ha dato l’impressione di essere sulle gambe, scarica, quasi svuotata. Una squadra spenta, che ha pagato a carissimo prezzo il logorio delle ultime settimane. L’intensità, il pressing, il gioco verticale: tutti elementi che solitamente caratterizzano la squadra di Inzaghi, ieri sera sembravano solo lontani ricordi. Una prestazione opaca, che fa rumore proprio per quanto stride con le ambizioni e il valore della rosa.
Il risultato — un rotondo 3-0 per i rossoneri — è quasi una conseguenza naturale del divario visto in campo. Ma più che il punteggio, colpisce la differenza di energia, di determinazione, di mentalità. Un Milan brillante e affamato ha mandato un messaggio forte. In casa Inter, invece, dovranno necessariamente leccarsi le ferite e ragionare sui motivi dietro il calo delle ultime due partite.
Dall’esterno, al di là di un’inedita e perdurante idiosincrasia per il derby, l’impressione è che i problemi siano di natura principalmente fisica. I tanti impegni, le numerose partite e la fatica mentale di portare avanti al massimo ben 3 competizioni: sembra quasi che questo insieme di cose abbia finito per logorare la rosa a disposizione di Inzaghi.
Di questo avviso è anche Xavier Jacobelli, che nel suo consueto editoriale su Radio Radio Mattino – Sport e News ha commentato il momento di forma dei nerazzurri.
Inter-Milan, Jacobelli: “I rossoneri hanno giocato la miglior partita della stagione”
“Ero personalmente convinto che l’Inter, nonostante le fatiche di quest’ultimo periodo, sarebbe riuscito a qualificarsi per la finale. Invece il Milan ha giocato la migliore partita della stagione, credo nettamente superiore anche dal punto di vista della qualità tecnica al 3-2 del 6 gennaio scorso, grazie al quale si impose nella finale di Supercoppa a Riyad. La spiegazione più chiara di questa sconfitta risiede nell’enorme fatica profusa in quest’ultimo periodo. D’altra parte negli ultimi 18 giorni, l’Inter ha affrontato (nell’ordine): Milan; Parma; Bayern; Cagliari; Bayern; Bologna e di nuovo Milan. Era fatale che ci fosse un cedimento sia dal punto di vista psicofisico che nervoso. Ma certamente, queste due ultime partite (compresa quella con il Bologna) sono un chiaro campanello d’allarme. Contro la Roma ci vuole una reazione importante“.