Putin in conferenza ▷ “Siamo favorevoli alla tregua, ma forse devo chiamare Trump”

Vladimir Putin ha parlato: “Siamo favorevoli al cessate il fuoco in Ucraina“.
Lo ha confermato in una conferenza stampa dopo aver incontrato il Presidente della Bielorussia Lukashenko, nonostante la gran parte della stampa dava quasi per certo un ostile “no” della Russia. La proposta di tregua era arrivata pochi giorni fa durante colloqui tra Stati Uniti e Ucraina, che ha accettato 30 giorni di cessate il fuoco. Trump ha detto dopo i colloqui che parlerà con Putin entro questa settimana. Non esclude una telefonata nemmeno la Russia, tramite le parole della portavoce Maria Zakharova. In questi giorni si attendeva con grande attenzione solo la posizione ufficiale della Russia, arrivata poco fa.

“Siamo d’accordo con le proposte di porre fine alle ostilità”
, dice il presidente russo. “Ma crediamo che questa cessazione debba portare a una pace a lungo termine e affrontare le cause originarie di questa crisi. Sono assolutamente convinto che la parte ucraina avrebbe dovuto chiedere questo agli americani nel modo più urgente, sulla base della situazione che si sta sviluppando, come è stato appena detto, sul terreno. Il controllo delle truppe ucraine all’interno di questa zona di invasione è stato perso. In queste circostanze, credo che sarebbe molto positivo per la parte ucraina raggiungere un cessate il fuoco per almeno 30 giorni. E noi siamo favorevoli. Ma ci sono delle sfumature“.

“Se cessiamo le ostilità per 30 giorni, cosa significa? Che tutti quelli che sono lì se ne andranno senza combattere? Dovremmo lasciarli uscire da lì dopo che hanno commesso una massa di crimini contro i civili? Come verranno utilizzati questi 30 giorni? Per continuare la mobilitazione forzata in Ucraina? Per far sì che le armi arrivino lì, e che le nuove unità mobilitate vengano addestrate? Chi lo controllerà?”


La violazione di questo accordo è una questione che richiede una ricerca accurata da entrambe le parti. Pertanto, l’idea in sé è corretta e la sosteniamo certamente. Ma ci sono questioni che dobbiamo discutere. E penso che dobbiamo parlarne con i nostri colleghi e partner americani. Forse dovrei chiamare il Presidente Trump e discuterne con lui“.

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