Alcuni quotidiani italiani lanciano dei titoli allarmistici sui dazi di Trump, con titoli come: “USA, parte la guerra dei dazi”, prevedendo un aumento generalizzato dei prezzi sui mercati internazionali. La realtà economica è più complessa di così. I dazi sono un’imposta pagata, come sapete, dagli importatori che possono scegliere se sostituire i fornitori stranieri con i produttori nazionali e quindi possono scegliere di scaricare il costo sui consumatori finali oppure, terza scelta, assorbire l’aumento riducendo i propri profitti.
L’impatto di queste misure dipenderà quindi da diversi fattori.
Una catena di fornitura più lunga permetterà di distribuire i costi su più attori, riducendone l’effetto. Un altro elemento importante si chiama “elasticità della domanda“, cioè quanto la domanda varia al variare del prezzo. Per prodotti difficilmente sostituibili, come per esempio l’agroalimentare italiano, l’impatto potrebbe essere anche minimo. Anche il contesto macroeconomico statunitense potrebbe essere determinante in queste analisi, perché un’economia in crescita potrebbe assorbire i rincari senza necessariamente compromettere i volumi. E in questo momento sto parlando di volumi di importazione.
Per cui dobbiamo poi considerare il tasso di cambio euro-dollaro, che potrebbe avere un fattore strategico. Un dollaro forte potrebbe favorire esportatori europei, mitigando le conseguenze sui dazi.
Trump inoltre ha anche annunciato dei tagli fiscali per bilanciare i nuovi dazi, riducendone l’impatto sul reddito disponibile degli americani.
Insomma, si sta verificando una sorta di panico sui dazi. C’è chi prefigura catastrofi economiche imminenti, prezzi alle stelle, anche un mio amico ieri mi ha telefonato tutto preoccupato per il suo stipendio da lavoratore dipendente. Peccato che, come al solito, si dimentichi che il mercato reagisce, le imprese si adattano alle leggi della domanda e dell’offerta e Trump sta facendo evidentemente gli interessi che lui ritiene essere quelli del suo Paese. Ma naturalmente è molto più comoda una narrazione apocalittica ovviamente quando poi questa giustifica delle posizioni politiche di parte.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi
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