Scandalo USAID: Trump unisce i puntini. E ora chi ci risarcisce? | L’editoriale di Fabio Duranti

A quanto sembra è bastato seguire i soldi tramite un sito governativo per identificare molti finanziamenti di USAID verso testate giornalistiche e non solo. L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, fondata nel 1961, promette formalmente il “rafforzamento della democrazia”, ma nella pratica sembra voler essere molto di più di un ente di beneficienza internazionale. Il mezzo? I soldi dei contribuenti americani, usati ad esempio per promuovere l’ateismo in Nepal (come dice anche lo speaker della Camera, Mike Johnson).
Oppure per promuovere spettacoli drag queen in Ecuador, come riporta il Wall Street Journal. Insomma, il fine dei soldi dell’USAID sarebbe stato quello di portare avanti nel mondo le idee care ai democratici. Ma non solo. Tra i destinatari di questi fondi spunterebbe l’OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project), ovvero una delle organizzazioni di giornalismo investigativo più grandi al mondo.

Secondo un’inchiesta pubblicata a dicembre, Il Fatto Quotidiano ne ha preso parte, OCCRP avrebbe ricevuto, dalla sua creazione (2008) al 2023, “almeno 47 milioni di dollari”. “Probabilmente siamo stati responsabili di circa cinque o sei paesi che hanno cambiato governo. Abbiamo fatto in modo che le persone, i primi ministri, fossero incriminati o cacciati”, dice il cofondatore Drew Sullivan in un video ripostato dal giornalista Micheal Shellenberger. Mentre anche Reporters without borders, afferma che in Ucraina “9 su 10 organi di stampa si affidano ai sussidi di USAID”.

Tra i media mainstream domina pressoché il silenzio sul tema, mentre Trump e Musk lavorano in queste ore per chiudere l’Agenzia.
Se tutto questo fosse confermato, chi risarcirebbe i media di tutta la sospetta censura?

Se lo chiede Fabio Duranti in diretta.