Milan-Roma, Aspri ▷ “Ranieri? Nel post-partita ha difeso l’indifendibile”

"Mi sembrava Mourinho quando creava il fortino intorno alla squadra, e non mi piace. Anche le scelte di formazione mi hanno lasciato perplesso"

Sfuma rovinosamente il sogno Coppa Italia per la Roma di Ranieri. I giallorossi escono sconfitti da San Siro contro un Milan in difficoltà, ma più concreto, con il punteggio di 3-1 e mancano per l’ennesimo anno l’appuntamento con le fasi finali della competizione, ormai sempre più un taboo fra le mura di Trigoria.

Infatti, dal 24 maggio 2008, giorno dell’ultima vittoria in finale contro l’Inter di Roberto Mancini, solo in cinque occasioni i capitolini sono stati in grado di raggiungere la semifinale, senza mai vincere comunque il trofeo.

Si tratta dell’ennesima brutta pagina dei giallorossi nella storia del torneo, dopo le brutte figure contro lo Spezia, il 7-1 di Firenze o la finale del 2013 contro la Lazio di Petkovic. E quest’anno il peso dell’eliminazione è ancora più grave, data la difficile posizione in campionato, in cui è difficile aspettarsi meglio di quanto fatto fino ad ora, e le insidie di un’Europa League tutto meno che semplice. Questa coppa rappresentava veramente una delle pochissime possibilità della Roma per salvare una stagione che, salvo miracoli, sembra ormai definitivamente compromessa, almeno rispetto alle chance di raggiungere obiettivi di un certo livello.

Nel calderone delle critiche per questa nuova delusione, sono ricadute non solo le considerazioni su un mercato per i più deludente e tardivo, ma anche le scelte comunicative e tecniche di Claudio Ranieri. Molti fra gli addetti ai lavori hanno manifestato le proprie rimostranze sia sulle dichiarazioni alla stampa dell’ultimo periodo, sia sulle decisioni inerenti alle formazioni delle ultime due partite contro Napoli e Milan.

Segue questa linea il pensiero di Fabrizio Aspri: “Ranieri mi ha lasciato perplesso per la prima volta sia per le scelte iniziali che per le dichiarazioni post-gara. Mi è sembrato un po’ Mourinho quando difendeva una Roma a volte indifendibile, e questo fatto di creare il fortino intorno alla squadra mi piace fino a un certo punto. L’abbiamo già visto da queste parti e non so a cosa può portare. Ieri i giallorossi hanno giocato solo una parte della gara, con la reazione del primo tempo e anche buoni spunti tecnici. Ma nient’altro. C’è stata la solita alternanza con gli errori e l’impalpabilità tipiche delle partite in trasferta“.

Dovbyk, l’ucraino è sempre più un caso

Sul match: “Non ci siamo per niente. Col Milan, che certamente non è il Real Madrid, era una partita da vincere. La formazione iniziale ha pesato. La scelta di Shomurodov, che di colpo è diventato un elemento imprescindibile (e non capisco il perché), sembra quasi la classica mossa di chi vuole fare il fenomeno, e Ranieri non è quel tipo di personaggio. Una gara come questa Dovbyk la deve giocare, dal momento in cui la porta ultimamente la sta vedendo maggiormente. Anche le sostituzioni non le ho capite. Mi pare di essere tornato ai tempi di Fonseca… Cosa pensi di ottenere facendo le sostituzioni non prima del 70°?”.

Anche Roberto Pruzzo non ha potuto che certificare l’assurdità della questione attaccanti a Trigoria: “Da una parte vedo Abraham, scaricato giustamente dai giallorossi, segnare una doppietta nell’arco di mezz’ora. Dall’altra vedo il titolare della Roma seduto comodamente in panchina e Shomurodov, che sembrava destinato al Venezia, partire titolare in una partita così importante. Cosa posso dire? Ovviamente qualche domanda te la fai…”.