Allo Stadium succede l’imponderabile. L’Empoli, che non vinceva in stagione dall’8 dicembre (1-4 contro l’Hellas Verona), batte una brutta Juve ai calci di rigore e ottiene la prima qualificazione della sua storia alle semifinali della Coppa Italia.
Dopo la delusione dell’eliminazione in Champions League contro il PSV, i bianconeri perdono una partita agghiacciante sotto tanti punti di vista. In primis per l’importanza intrinseca del match; e in secondo luogo per un avversario che, con tutto il rispetto, era più che alla portata dei ragazzi di Thiago Motta, considerando anche l’ampio numero di riserve mandato in campo da D’Aversa.
I primi istanti di questo incontro avevano fatto presagire tutt’altra serata per i tifosi della Vecchia Signora. I bianconeri, infatti, hanno un buon approccio alla partita, e dopo due minuti sprecano già una clamorosa occasione per passare in vantaggio. Dopo una sponda intelligentissima di Kolo Muani, Nico Gonzalez sbaglia da solo a tu per tu con il portiere Vazquez e di sinistro mette fuori un pallonetto che poteva riuscire senz’altro meglio.
Da quel momento però, i toscani cominciano a prendere sempre di più il controllo del gioco, e al 24° minuto segnano l’1-0 con un grandissimo tiro da fuori area del centrocampista italo marocchino Youssef Maleh, che con il destro (il suo piede debole) scaraventa il pallone alla destra dei pali difesi, per l’occasione, da Mattia Perin. Anche in questo caso, grave l’errore dell’esterno ex Fiorentina, che dopo aver mancato l’occasione del vantaggio juventino, perde anche colpevolmente palla al limite della sua area, propiziando l’azione della rete degli avversari.
Il prosieguo del primo tempo è sulla stessa falsa riga della prima mezz’ora: la Juve crea poco e nulla, limitandosi a girare la palla in maniera sterile; mentre, soprattutto in ripartenza, l’Empoli si rende pericoloso in più di un’occasione, tanto da sfiorare la rete del raddoppio sul finale del recupero, sfruttando un atteggiamento difensivo dei campioni in carica a dir poco discutibile. Direttamente da una rimessa dal fondo di Vazquez, il numero 90 Konaté si invola da solo davanti la porta di Perin e colpisce un clamoroso palo interno, approfittando abilmente dell’ennesimo errore (stavolta di posizionamento)di Nico Gonzalez e evitando il fuorigioco.
I primi 20 minuti della seconda frazione si limitano a essere la copia sputata della prima. Al 46° l’Empoli si rende nuovamente pericoloso con un’altra grande conclusione dalla distanza di Maleh, mentre la Juve, nonostante i cambi e la sostituzione di un Gonzalez autore di una prestazione imbarazzante, non danno segni concreti di reazione. Basti pensare che il primo tiro nello specchio della porta dei bianconeri in tutta la partita arriva solo al 52° minuto, quando su punizione Dusan Vlahovic non riesce a battere un ispirato Vazquez.
La svolta della partita arriva però una decina di minuti abbondanti dopo: al 65° Khephren Thuram gioca un dai e vai velocissimo con Weah sulla fascia sinistra; con un doppio passo micidiale si smarca sulla linea di fondo e di precisione iscrive il suo nome al referto della partita, per l’1-1 della Juventus.
E non è solo il risultato a cambiare, ma anche l’inerzia della partita. I bianconeri, anche sulla spinta dei neo entrati Conceição e Yildiz, prendono il controllo del gioco e spingono per cercare il gol, pur a fronte di un Empoli che non rinuncia comunque ad attaccare, soprattutto in contropiede. Ma al fischio finale dell’arbitro Forneau, il punteggio è ancora fisso sull’1-1. E trattandosi della Coppa Italia, si va direttamente alla lotteria dei calci di rigore, senza passare per i tempi supplementari.
L’esito è un qualcosa di clamoroso e storico: Marianucci segna dal dischetto la rete decisiva dopo i due rigori sbagliati prima da Vlahovic e poi da Yildiz. I toscani si qualificano per una semifinale incredibile, in cui affronteranno il Bologna di Italiano. La Juventus, invece, complice un primo tempo pessimo e una formazione forse troppo sperimentale del suo allenatore (vedasi Kolo Muani sulla fascia destra), fallisce l’ennesimo obiettivo stagionale. Ora più che mai, il quarto posto è fondamentale per salvare la stagione.