“Attenti: nell’alternativa c’è chi dice follie sul non voto” ▷ L’intervista a Francesco Amodeo

Voto sì o voto no, dal 10 giugno in Commissione europea e in Europarlamento siederanno gli addetti a fare le scelte per il popolo.
E soprattutto, a fare scelte che potrebbero riscrivere la storia, dato il periodo non felice e di grande tensione che l’Europa vive tutt’oggi.
Dal 10 giugno nuovi rappresentanti di tutte le nazioni voteranno emendamenti o li bocceranno, interrogheranno chi dovrà essere interrogato e faranno sapere ai cittadini che ce li avranno mandati cosa ne sarà, per esempio, della sanità, o anche, viste le questioni belliche, della vita dei propri figli.

Il voto sarà a preferenza: si sceglieranno tre candidati e il totale delle preferenze di un candidato sarà il vero criterio di assegnazione al seggio. Questo a discapito dei capilista, che non avranno la certezza di essere eletti pur essendo “primi” in lista.
Motivo che ha spinto Francesco Amodeo, giornalista d’inchiesta candidato con Libertà, a candidarsi per il Parlamento europeo.

L’ho fatto perché alle elezioni europee si sceglie l’uomo, – dice in diretta a Un Giorno Speciale – per i suoi valori, la sua coerenza e per il programma di cui è portavoce. Dovrò dare conto soltanto ai miei elettori“.
Un pericolo però c’è: “Il non voto è il nostro nemico principale. All’interno del mondo alternativo al sistema c’è invece chi sta facendo gli interessi del sistema stesso, facendo propaganda contro il voto dicendo bugie enormi. Dicono ad esempio che se non va a votare una certa percentuale si farà un referendum per l’uscita dall’UE. Da personaggi che fanno conferenze nei teatri, che vendono libri, che hanno abbonamenti ai propri blog. Una parte del web li considera anche autorevoli. Noi li dobbiamo smascherare“.

Ci sono poi partiti che vogliono gli Stati Uniti d’Europa o l’esercito europeo. Insieme a Marco Mori abbiamo denunciato questi partiti che vogliono la fine della Repubblica Italiana. Perché sullo stesso territorio o ci sono gli Stati Uniti d’Europa o la Repubblica Italiana.
Loro sono circa al 3,8%: più si abbassa il quorum di chi va a votare e più andranno sopra la soglia di sbarramento senza che i loro candidati ottengano un solo voto. Non votare è dare un voto a quei partiti di sistema
“.