Polverone sul monologo “censurato” in RAI ▷ Chiaraluce: “Scurati? Lo ricordo in foto con Speranza”

25 aprile in arrivo e le regionali in Basilicata: il momento perfetto per un altro delitto.
Solo che non si comprende veramente chi ne abbia risentito e chi ci abbia guadagnato.
Da una parte la fazione composta, da quanto risulterebbe dal dibattito innescato, da RAI e Governo. Dall’altra Antonio Scurati, lo scrittore che avrebbe dovuto esporre il suo monologo antifascista da Serena Bortone a “Chesarà…“. Scurati non è pervenuto, il discorso invece sì.
La stessa conduttrice lo ha infatti letto, scatenando la ricondivisione sui social persino da parte della premier Giorgia Meloni, accusata di presunti metodi di censura. La Rai dal canto del dg Rossi fa sapere che “è in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori relativi alla mancata partecipazione dello scrittore”. Montano proteste da sinistra e spiegazioni da destra, mentre il fattore terzo della politica rimane ancora da considerare. Forse, dice il giornalista Carlo Tarallo in diretta, se l’intento era quello di cercare di mettere in cattiva luce il Governo, sarebbe stato più efficace, e meno polveroso, “mostrare alla Meloni le mie bollette della luce e del gas. Avrebbe creato qualche problema al Governo probabilmente“.

Non l’aveva visto praticamente nessuno. Invece c’è stato l’effetto amplificatore: quel monologo lo hanno letto tutti.
Ho due ipotesi di cosa potrebbe essere successo: la prima che sarebbe molto affascinante, cioè che Meloni abbia organizzato tutto, perché quando si comincia a parlare di fascismo il centrodestra, storicamente, da quando c’era Berlusconi nel 1994, comincia a prendere più voti.
La seconda è che qualcuno abbia fatto qualche piccolo pasticcio. Potrebbe essere accaduto che qualche dirigente della RAI, per essere un po’ più realista del re, abbia pensato male di cancellare questo intervento, ottenendo naturalmente effetti controproducenti che sono sotto gli occhi di tutti
“.

Anche Carlotta Chiaraluce è intervenuta da Francesco Borgonovo.
Fa sorridere che chi ora parla di censura, in tempi molto recenti, promuoveva un certo tipo di governo. Lo stesso Scurati me lo ricordo in fotografia con Speranza, quando la gente lo stipendio non lo percepiva se non si vaccinava“.