Juncker confessa: “Negoziavo in segreto con Napolitano” ▷ Borghi: “Ora mi spiego le parole di Ursula”

Risulta davvero difficile evitare le ipotesi ritenute “complottiste” quando te le servono su un piatto d’argento proprio gli stessi interessati.
A lanciare quella che dovrebbe essere una bomba mediatica (e invece pare non interessare alla maggior parte degli organi di stampa nazionale) è l’ex presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il lussemburghese che ha servito l’UE tra il 2014 e il 2019 ha rivelato qualcosa che forse non avrebbe potuto rivelare.
Soprattutto se il suo intento è quello di arginare gli “euroscettici” da lui citati.
Nel ricordare alcuni dei Presidenti della Repubblica italiani rispolvera un aneddoto su Napolitano e Mattarella.

Con Giorgio Napolitano e poi con Sergio Mattarella, che appartiene alla schiera dei presidenti che ho appena citato, ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani. O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea”. Quali premier? Matteo Renzi e Giuseppe Conte.
L’ex presidente della Commissione sembra anche essere soddisfatto e orgoglioso: “Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere“.
Il commento in diretta del senatore della Lega Claudio Borghi.

Ricordatevi quella frase della signora Ursula von der Leyen poco prima delle elezioni quando gli chiedevano se non avesse paura che qui si insediasse un governo sovranista e lei aveva detto: “Abbiamo degli strumenti per poter gestire queste situazioni“.
Significa che in buona sostanza o in certi casi evidentemente potevano far conto su dei loro uomini, perché a questo punto insomma così mi verrebbe a pensare, oppure con dei loro strumenti, vi ricordate lo spread contro Berlusconi e cose di questo tipo.

Noi abbiamo mollato subito la storia con i 5 Stelle e da lì è partita anche una mia disistima personale nei confronti di Conte.
Un personaggio che nessuno conosceva, che nessuno aveva visto. E dopo un po’ che eravamo al governo assieme mi era abbastanza chiaro che rispondesse a qualcun altro. Diciamo che forse in quell’incontro che si era fatto dentro la stanza del Quirinale, già subito il giorno della nomina gli avevano spiegato chi comandava
“.