Tajani bacchetta Israele: parole troppo forti per il Governo Meloni subalterno a Washington?

Sembra che qualcosa davvero stia cambiando se si considera che perfino il ministro degli esteri Antonio Tajani ha apertamente riconosciuto, sono parole sue, che Israele sta sbagliando. Proprio così Tajani si è espresso in questa maniera in relazione al trattamento dei civili di Gaza da parte di Israele e delle sue politiche. Certo, Tajani ha subito chiarito che in ogni caso non si tratta di genocidio, da che ammettere la presenza di un genocidio sarebbe effettivamente troppo per un governo, il nostro, che è comunque schierato saldamente dalla parte di Washington e di Israele.

Di più, il governo della destra bluette neoliberale di Giorgia Meloni è subalterno a Washington e a Israele, altro che difensori della patria e della sovranità, come si erano inizialmente accreditati. Eppure, l’ammissione del fatto che Israele sta sbagliando non può davvero passare inosservata. Dopo l’iniziale supporto entusiastico alle politiche di Israele, il governo italiano comincia forse ad avere qualche tenue ripensamento? Principia forse a capire davvero che Israele sta sbagliando e lo sta peraltro facendo sulla pelle di civili del tutto innocenti? Quanto a noi, lo abbiamo detto fin dal primo momento e lo ribadiamo anche ora con enfasi.

L’orrendo attentato terroristico di Hamas, totalmente condannabile, ha attivato una risposta terroristica da parte di Israele, ugualmente condannabile in maniera totale. In particolare Israele ha impiegato la locuzione diritto di difendersi come usbergo per giustificare le proprie politiche imperialistiche e terroristiche ai danni di Gaza e della sua popolazione. In particolare ha aggredito l’intera popolazione civile come se fosse senza riserve assimilabile al terrorismo, con esiti davvero disumani che si contano nei nomi delle vittime ogni giorno crescendo.

L’erramento fondamentale sotteso a questa posizione sta nell’aver dichiarato guerra al terrorismo in realtà dichiarando guerra alla popolazione civile, donne, anziani e bambini, come se appunto i civili fossero per definizione essi stessi terroristici. Oltre al fatto che, come già ricordavo, il diritto di dipendersi non può in alcun caso trapassare nel diritto di aggressione, come invece è stato nel caso di Israele, che ha aggredito letteralmente la popolazione di Gaza andando a stanarla e a colpirla direttamente nei propri territori. Insomma, politiche terroristiche imperialistiche che nulla hanno a che a vedere con la lotta al terrorismo e ancor meno con il diritto di Israele di difendersi.

Peraltro l’attentato di Hamas è stato subito prontamente condannato dalla comunità internazionale che è stata decisamente più restia a condannare le politiche terroristiche di Israele. Anche se ora, come ricordavo, qualcosa sembra cambiare. C’è un vento di cambiamento in atto e le parole di Tajani mi pare debbano essere interpretate secondo questa linea ermeneutica.

Forse la comunità internazionale e anche il governo italiano principiano a capire che è davvero inammissibile quello che sta facendo Israele, stante anche il fatto che Israele è stata portata al tribunale dell’AIA dallo Stato sudafricano proprio con l’accusa di genocidio. Vedremo quali saranno gli sviluppi, intanto le parole di Tajani mi pare debbano essere interpretate come un chiaro segnale di cambiamento

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro