Il blitz di Israele nella città di Rafah (a sud di Gaza) per la liberazione di due ostaggi israeliani é costato alla popolazione locale una strage di civili. Sono stati due gli ostaggi liberati a fronte di un centinaio di palestinesi che hanno perso la vita.
Gli ostaggi liberati erano gli argentini Fernando Simon Marman e Louis Har, segregati all’interno di un appartamento a sud di Gaza ed ora hanno fatto ritorno a Tel Aviv. L’operazione militare é stata portata avanti dall’intelligence e dall’élite della polizia israeliana, un’azione che il Presidente Netanyahu ha definito: “Un successo”.

L’attacco nella notte

Il commando israeliano del 12 Febbraio è avvenuto in piena notte, attacco simile alla “Direttiva Annibale” del 1 agosto 2014: dieci anni fa gli israeliani organizzarono un attentato a Rafah, colpendo la città con bombardamenti a tappeto per impedire che l’ufficiale israeliano Hadar Goldin venisse portato dentro Gaza per mano di Hamas. La direttiva militare israeliana causò una strage di civili, in tutto dai 100 ai 150 palestinesi.
Oggi, dopo dieci anni, la tragedia si ripete.
Fernando Simon Marman e Louis Har infatti sono stati sequestrati il 7 Ottobre e intrappolati nel kibbutz Nir Yitzhak. L’ultimo attacco a Rafah é stato opera dell’aviazione israeliana che per mezzo di elicotteri, droni e F-16 ha colpito il secondo piano di un appartamento sorvegliato da tre soldati di Hamas. Il commando israeliano ha fatto saltare la porta dell’abitazione con un esplosivo, per poi scappare sopra ad un elicottero israeliano. La città é stata colpita attraverso quest’ultimo da bombe e missili ad alta potenza per aiutare i prigionieri a fuggire e per coprire la fuga dei militari. Hamas ha dichiarato un centinaio di morti e circa una decina di feriti, ma i morti non possono ancora essere stimati. Il resto delle vittime si trova sotto le macerie degli edifici e molte di loro possono essere già morte oltre che intrappolate.

La situazione umanitaria

Non soltanto bombe, polveri e distruzioni: a Rafah vige una catastrofe anche medica e umanitaria. Gli ospedali non hanno attrezzature, strumenti e posti letto a sufficienza per andare incontro all’enorme richiesta di cure da parte dei civili. Sono troppe le vittime per una città come Rafah. Durante l’attentato il panico é dilagato tra la popolazione locale e molte famiglie si sono dirette verso la costa per paura di un’operazione militare israeliana via terra. La gente si è rifugiata nell’area di Mawasi e a Deir al Balah, dove 17 persone della stessa famiglia sono morte a causa di una bomba.

Una guerra, quella tra Israele e Hamas, che si sta riversando sempre di più sui civili innocenti e impossibilitati a difendersi. Ad Asira al Kibliah (nei dintorni di Gaza) sono stati una decina gli israeliani che hanno dato fuoco all’abitazione della famiglia di civili Abdel Baset, causando il decesso di due di loro. In tutto a Rafah, sono state una decina di abitazioni, due moschee, palazzi e tende di sfollati ad essere colpiti da aerei, carri e navi israeliane. Israele non fa distinzione nell’attacco alle proprie vittime: vengono colpiti bambini, uomini adulti, donne e bambini senza alcuna distinzione. Da domenica il bilancio dei decessi avvenuti a Gaza é di 164 palestinesi.
Dal 7 Ottobre nella Striscia sono circa 28.340 i morti e 68.000 i feriti.

La reazione dei media

Come sta reagendo l’Occidente di fronte al genocidio che sta portando avanti Israele? Joe Biden é amico da anni del Premier Netanyahu ma i media statunitensi raccontano di un Presidente ormai da qualche tempo “furioso” nei confronti di Israele.
La Nbcnews ha rivelato che almeno in tre diverse occasioni Biden abbia chiamato Netanyahu “asshole” perché starebbe agendo in completa autonomia, senza ascoltare i consigli statunitensi. “Stop all’operazione a Rafah senza un piano credibile per i civili. Gli Stati Uniti stanno lavorando ad una tregua tra Israele e Hamas di almeno sei settimane” ha detto Biden.
L’attentato a Rafah é stato considerato un successo da parte di Netanyahu e i militanti israeliani che hanno liberato gli ostaggi sono stati definiti degli eroi. Una vittoria per la seconda volta in ben 4 mesi. Gli ostaggi israeliani sono riusciti a tornare a casa a spese dei civili palestinesi.

E l’Italia cosa ne pensa? Dopo l’appello al Festival di Sanremo lanciato da Ghali e censurato, ma poi riapparso sul sito di Rai Play, ora a parlare é anche il Ministro degli Esteri Tajani: “Israele sbaglia, reazione sproporzionata sui civili”. Un pensiero condiviso anche dal resto del mondo: “Ora basta, lo Stato ebraico si fermi” hanno detto Gran Bretagna e Unione Europea, mentre la Cina ha chiesto ad Israele di arrestare le operazioni militari “al più presto possibile” per non andare incontro ad un “un grave disastro umanitario”