La Rai taglia Ghali sul “genocidio” e da il via alla propaganda persecutoria pro Israele

Come ho avuto già modo di sottolineare, per fortuna, il festival della canzone italiana di Sanremo è terminato. È terminato e dunque si può finalmente volgere nuovamente ai problemi della vita reale, alle contraddizioni del mondo neoliberale di cui siamo abitatori. E tuttavia lasciatemi commentare un’ultima volta una cena davvero surreale che è accaduta e che ha innescato, per così dire, una vera e propria reazione a catena. È accaduto che sul palco dell’Overton di Sanremo, come ho proposto di qualificarlo, il cantante Ghali ha avuto il coraggio di dire una frase semplice quanto esplosiva. “Fermate il genocidio” queste le parole impiegate dal cantante Ghali che possiamo ben dire è stato il solo ad avere la schiena dritta e a pronunciare una frase di questo tipo una frase perfettamente di buonsenso che tutti dovrebbero sottoscrivere a prescindere dalle proprie posizioni politiche dai propri credo religiosi da che quello che sta accadendo nella striscia di Gaza è un vero e proprio sterminio di innocenti trattati come senza diritti, come se fossero tutti terroristi, privati della dignità e condannati a vivere in una prigione a cielo aperto. Ebbene, il cantante Ghali è stato il solo ad avere la schiena dritta e a prendere posizione in questa direzione.

E subito, come ricordavo poc’anzi, si è attivata la macchina della propaganda persecutoria. Non saprei definirla altrimenti. L’ambasciatore d’Israele è subito intervenuto. Chiarendo che è vergognoso utilizzare Sanremo per veicolare messaggi politici. In verità, mi permetterei di precisare al cospetto dell’ambasciatore di Israele, fermare un genocidio non è un messaggio politico, è semmai una istanza umanitaria che dovrebbe essere universalmente difesa. Come se non bastasse, durante la trasmissione domenicale di Mara Venier, punta di diamante dell’ordine simbolico-egemonico e della civiltà dello spettacolo di De Bordiana Memoria, ebbene durante la trasmissione di Mara Venier, la RAI ha fatto leggere un comunicato di solidarietà a Israele.
E in tal guisa ha messo una volta di più in mostra la completa subalternità della nostra Italia alle politiche imperialistiche di Israele, oltre che di Washington. Ogni parola sarebbe davvero superflua, da che tutto è già di per sé chiarissimo. A questo punto non possiamo che rendere ancora più onore a Ghali, questo ragazzo che dal palco dell’Overton ha avuto il coraggio di dire una verità esclusiva che i più fanno finta di non vedere e anzi si adoperano a ciò che non venga vista.

Bravo Ghali in questo contesto. Mi si è concesso anche svolgere un’ultima considerazione sul governo e sulla RAI, un governo che aveva menato vanto di essere patriottico e sovranista e che, alla prova dei fatti, si rivela probabilmente il governo meno patriottico degli ultimi 50 anni. A tal punto da riuscire a essere il più atlantista e subalterno a Washington e a Israele che mai si sia avuto nella storia più recente. Insomma, la vicenda della Rai che si sente in dovere di precisare la propria presa di distanza da Ghali è davvero surreale. D’altro canto, appena è uscita la dichiarazione di Gali, ha notato ‘Fanpage’, su RaiPlay era stata tagliata quella frase per poi essere integrata in seconda battuta. Insomma, una vicenda interessante che se non altro rivela come qualcuno abbia ancora il coraggio di dire il vero e come dire il vero sia sempre più una pratica scoraggiata dal potere e anzi apertamente perseguitata.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro