L’informazione viene dall’Inghilterra, ed è passata al vaglio di Giovanni Donzelli, della Commissione Medico-Scientifica indipendente. Le libertà individuali, almeno in teoria, corrono un grave pericolo a vantaggio di nuove narrazioni sanitarie collettiviste. A scriverlo direttamente l’OMS.
Il punto è questo: avevamo un regolamento internazionale per le Pandemie del 2005. Regolamento che va aggiornato e, in caso di necessità, cambiato. E nella bozza ufficiale che sta circolando in queste ore, la modifica c’è.
Nei vecchi principi, articolo 3, si scriveva: ‘La implementazione di queste regolazioni sarà nel pieno rispetto della dignità e dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone“. La bozza del nuovo trattato presenta una netta cancellatura proprio in corrispondenza di queste parole, a sostituzione delle quali ne verrebbero aggiunte altre: queste implementazioni saranno basate su ‘principi di equità, inclusività, coerenza, e in accordanza con le comuni ma differenti responsabilità degli Stati, prendendo in considerazione il loro sviluppo sociale ed economico‘
“Vuol dire che non ci sarà il rispetto della dignità, dei diritti umani fondamentali e della libertà delle persone”, commenta il prof Giovanni Frajese, endocrinologo e professore all’Università degli Studi del Foro Italico, “esattamente quello che noi abbiamo appena attraversato e appena visto con la storia del Covid, che è stato nella nostra percezione una perdita di dignità, dei diritti umani, delle libertà fondamentali, il lockdown, il Green Pass, e tutto ciò di antiscientifico che è stato fatto“.
La deduzione di Frajese è amara: “Ci stanno dicendo semplicemente che abbiamo perfettamente ragione, noi vi abbiamo tolto quelli che erano considerati i diritti naturali dell’essere umano, la libertà e anche la vostra dignità. E anzi siccome è stato un modello così di successo, adesso per le prossime Pandemie voi darete il controllo dei vostri Stati all’OMS, che tra l’altro avrà la possibilità di agire direttamente perché si scarica la responsabilità. Ciò che è già successo con l’Europa, stavolta può succedere con l’OMS“.
