Il flusso di denaro dall’Italia verso l’estero è cresciuto di 200 miliardi in un anno, portando le passività di Bankitalia verso l’Eurosistema e quindi il saldo Target 2 ha valori dell’ordine di circa 715 miliardi, appunto circa 200 miliardi in più rispetto al settembre 2021, facendo scattare dei preoccupanti segnali di allarme. Ma quali sono le determinanti di ciò che è accaduto?
Nel trimestre tra luglio e settembre 2022 è successo che gli investitori stranieri non solo hanno venduto dei titoli pubblici italiani per circa 25 miliardi, ma sono anche usciti dai titoli privati, dalle obbligazioni bancarie e perfino dai depositi. In questo contesto è evidente che tra lasciare andare l’Italia sotto il fuoco dei capitali esteri in uscita dell’Italia e tirare a campare, l’on. Giorgia Meloni abbia preferito la seconda strada. Però c’è chi oggi invoca il il guizzo e sarebbe opportuno ricordargli che tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 il governo Draghi, con un BTP decennale sotto l’1% e la Banca centrale europea che acquistava a piene mani, ha ridotto l’emissione di titoli e rinunciato ad allungare la durata media del debito, dimezzando addirittura la liquidità in cassa.

Concludendo, un conto è fare delle critiche costruttive, altro è invece criticare un governo per non essere uscito in mare con 50 nodi di vento, ignorando sostanzialmente il contesto internazionale.

In termini ancora più chiari, voglio dire che il tanto osannato governo Draghi è in verità quello che ha contribuito in larga parte a questa situazione e quindi il nuovo Governo – come in realtà poi succede per la maggior parte dei governi – insediandosi, eredita una situazione che si sarebbe potuta in larga parte evitare, appunto perché tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno il governo Draghi, con il BTP decennale sotto l’1% e la Banca centrale europea, che è il principale player del mercato, che acquistava a piene mani, si è limitata a fare quello che avrebbe dovuto fare un governo italiano, cioè emettere titoli e allungare la durata media del debito. Questo ha comportato il problema di cassa. Insomma, non sempre i primi della classe poi fanno il compito alla perfezione. Questa sembra essere un po’ la diciamo la metafora di questa storia, ma io continuo a ricordare che i problemi non si risolvono soltanto per la parte finanziario-monetaria. Serve una politica economica e serve urgentemente all’Italia una politica economica industriale.