Un tema che sarà sempre più importante, in questa era di trasformazione digitale, è il rischio legato all’uso dell’informatica. Da anni vediamo come ad esempio i social influenzino la società, o i danni causati dalle fake news. Nell’era digitale stiamo cedendo sempre più diritti e valori, pur di guadagnare quella tanto agognata visibilità, affinché soddisfi il nostro narcisismo. Nonostante chi cerchi di mettere in guardia da questa deriva che la società sta prendendo, venga tacciato di complottismo, lo stesso Corriere della sera ha pubblicato un articolo che delinea una prospettiva inquietante: “Il software-spia che cambia le immagini delle telecamere di sorveglianza“.

Nello stato di Israele, la start-up dell’ex primo ministro Ehud Barak, ha elaborato un software che è “in grado di accedere a tutte le telecamere di sorveglianza, di alterarne la realtà ripresa in tempo reale e persino quella del «passato» pescando le immagini archiviate nella memoria digitale e modificandole come desiderato. Il tutto senza lasciare, potenzialmente, alcuna traccia digitale“. Il software oltre ad aver la capacità di entrare in qualunque dispositivo audio-video, potrebbe anche permettere a chi lo acquista, di incriminare persone innocenti o scagionare quelle colpevoli, creando dei video o immagini false. La società ha dichiarato che tra i clienti che hanno acquistato la tecnologia, rientrano gli Stati Uniti e i paesi europei e quindi anche l’Italia. Le potenzialità del software, come abbiamo visto, sono ampie e di questa vicenda sarà importante tenerne d’occhio gli sviluppi futuri.
L’approfondimento di Fabio Duranti in diretta.