La lotta al contante è stata uno dei cavalli di battaglia degli ultimi esecutivi. Ora, con l’arrivo a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni e dei suoi alleati, sembra sia tempo di innalzare le limitazioni che vi erano state poste. La ratio dei provvedimenti era combattere l’#evasione, ma c’è chi obietta che in realtà questa fosse solo una limitazione alla libertà di ciascuno di pagare come meglio crede un bene o un servizio. “La lotta contro il contante si nobilita dicendo che serve a combattere l’evasione, ma in realtà serve solo a combattere il contante in quanto tale“, sbotta Diego Fusaro. “Il contante è meno controllabile, perché è meno tracciabile. E poi non si può essere limitati con un click: se io ho anche solo 100 euro in tasca, sono sicuro di poter mangiare, mentre se ho 1000 euro in banca e dico qualcosa di scomodo mi possono bloccare il conto corrente. Con 100 euro pago il bene al commerciante, ho il mio scontrino e chiudo la transazione. Se pago digitalmente c’è un terzo attore, la banca, che senza far niente percepisce una percentuale. Se poi ottiene il monopolio con l’abolizione del #contante , magari alza anche la percentuale al 30%”.

Cos’è dunque la legalità? “Una multinazionale che fattura miliardi e li porta anche all’estero segue la legge“, interviene Fabio Duranti. “Ma la legge è legale? All’epoca dei fascismi era davvero illegale essere ebrei? Quella non era una legge, era una porcata. Le leggi razziali erano leggi? Sono legali leggi che non rispettano la dignità dell’essere umano?”.

“La legge deve essere rispondente alla giustizia“, ribatte Fusaro, “solo allora diventa giusta. La Storia è rigurgitante di leggi valide, efficaci e ingiuste, ed era nel giusto chi non le rispettava. Ci sono contesti in cui la vera giustizia è non rispettare le leggi, e lo hanno detto illustri pensatori”.