Onestamente non possiamo inneggiare a questa FIFA e neanche a questa presidenza. Non che le altre presidenze fossero state rette e rappresentate da asceti o angeli, ma Infantino con la grande ipocrisia del suo discorso è riuscito ad arrivare oltre. Andare a pescare un argomento vetusto come le indubbie malefatte degli Europei nei secoli scorsi per giustificare la scelta del Qatar, le cui iniquità come sistema sociale non ci devono sorprendere a due settimane dalla rassegna, è una mossa banale. Tra l’altro molti di quelli che si indignano adesso sono gli stessi che hanno assistito alle varie Supercoppe italiane nei paesi la cui latitudine circa i diritti civili basilare è prossima allo 0.

Quante volte abbiamo visto la Juventus, il Milan andare a giocare lì perché c’erano i soldi? Oppure ieri la Formula 1 si esibiva ad Abu Dhabi, dove si va a prendere soldi, ben sapendo quale è la realtà nei confronti di tante categorie discriminate o addirittura negate come esistenza. “Pecunia non olet” vale sempre in generale. Concetto valido anche per un gigante del cinema, per me idolo assoluto, e grande paladino dei diritti civili negli Stati Uniti come Morgan Freeman. I concetti universali espressi dall’attore americano sono impossibili da non condividere. Ma in questa presentazione del Mondiale c’è stato il rilancio di tutti i contenuti di pace e fratellanza su un piano etereo o platonico, come l’amore senza sesso. Concetti proiettati così in alto da consentire di prescindere dalla realtà contingente dal qui ed ora di un Qatar che chiaramente non può essere considerato all’avanguardia sul tema dei diritti civili.

Una cosa interessante da dire è la scelta che ha fatto la BBC. La nota tv britannica non ha aperto la lente d’ingrandimento su tutta la presentazione ma ha preferito sostituire l’evento ad un discorso del grandissimo Gary Lineker, il quale ha spiegato il modo in cui l’Inghilterra come paese e di conseguenza la Nazionale vorranno vivere dal punto di vista simbolico e dei gesti questa coppa. Quello è stato un modo efficace di prendere le distanze. Noi invece abbiamo vissuto tutta la presentazione con i toni entusiastici di Lele Adani, che a un certo punto è diventato Lele Al Thani per i commenti anche dei minimi dettagli. Sentire il discorso di un grande del calcio, tra l’altro intelligentissimo, come Lineker è meglio che vedere la partitella sulla sabbia dell’emiro quando era giovane.

Nessuno di noi può fare l’ipocrita, ma la soglia di indignazione e critica per quello che vediamo e dove lo vediamo consumarsi dovrebbe restare intatta. Restiamo accessi con il cervello per non prendere in giro ad esempio da ciò che dice Infantino. Tanto le giustizie e soprattutto le ingiustizie dove girano tanti denari sono sempre all’ordine del giorno. Chiaramente il Mondiale in Qatar non è il primo che purtroppo se ne frega di determinati contenuti. Altrimenti non si sarebbe dovuta disputare la Coppa Davis di tennis in Cile all’inizio degli anni ’70 o il Mondiale in Argentino nel 1978 sotto il regime di Videla. La differenza dei mezzi di comunicazione è che oggi tutti conosco tutto, mentre all’epoca tante cose non si sapevano. Guarderemo il Mondiale perché abbiamo dato una audience altissima anche a Albania-Italia e ad Austria-Italia, sulle quali stendo un velo pietoso, ma almeno non facciamoci prendere in giro da chi riesce ad essere più ipocrita di una realtà già per se stessa ipocrita in partenza.