Nostalgici del bollettino quotidiano. Una categoria cui difficilmente sarebbe stato difficile pensare mesi fa e che invece torna a tuonare in queste ore, reclamando con vigore: “Ci vogliono più chiusure” il succo del pensiero chiusurista. Che tuona contro i provvedimenti del nuovo ministro della Salute: un esperto, un medico, di quelli che una volta non potevano essere contestati dal volgo. Eppure adesso Orazio Schillaci starebbe collaborando alla “vittoria dei negazionisti del Covid”. Il motivo? L’aver razionalizzato un bollettino quotidiano che in pochi ormai seguivano e riammesso al lavoro migliaia di medici che ammorbidiranno la carenza di personale nelle strutture sanitarie, di certo non aiutata dalla sospensione di chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale.

Nulla di strano, no?
Eppure l’ecatombe pare essersi spostata dai reparti di terapia intensiva alle prime pagine: “Covid, indietro tutta”, titolava Repubblica la scorsa settimana; nel frattempo Domani parla di “centinaia di morti al giorno” con l’aggravante dell'”insensata voglia di imporre la normalità contro il Covid“. L’insensata voglia? Con uno stato di emergenza finito da mesi?
Cari amici, provate a ragionare con la vostra testa per un attimo; tralasciate le balle che vi hanno iniettato nel cervello: mettiamo che sia vero quello che dite voi, per assurdo. Siamo nel pieno di una pandemia mai finita che provoca ancora cento morti al giorno, no?

Benissimo, non sarebbe il caso di farvi qualche domanda sul perché di questa situazione? Magari chiamando in causa anche le misure che sono state attuate finora?
La pandemia non è mai finita, secondo voi, ma non sono mai finite restrizioni tutt’ora in vigore: gente che non può lavorare, persone che non vanno a trovare i parenti in ospedale. Ma allora? Hanno funzionato? Ha funzionato o no chiudere tutto?
Non sarebbe il caso di metterlo in dubbio per un attimo?
Senza contare che i virus non si possono distruggere. Conviviamo con una marea di virus, e non siamo in guerra con loro.
Questa, semmai, sta diventando una guerra dello Stato contro i cittadini.