Le elezioni sono sempre un momento complicato, il giorno del voto non è ancora arrivato e già gli allarmi per il rischio brogli sono diversi. Come si possono evitare i rischi di broglio elettorale e far funzionare meglio il meccanismo della democrazia? C’è un modo per sapere se i politici votati per determinate idee poi facciano i “voltagabbana”? In trasmissione si è parlato della possibilità di utilizzare il cosiddetto “voto palese” per semplificare e rendere più limpidi e responsabili i voti

Per voto palese s’intende la modalità di espressione del voto in cui l’elettore dichiara pubblicamente il proprio voto. Questa modalità di espressione del voto viene utilizzata quando il voto non dev’essere segreto e si può associare l’identità della persona alla propria opinione. La dichiarazione del voto può avvenire in diverse modalità (alzata di mano, scheda elettorale nominale). Una di queste prevede l’utilizzo dei computer per il voto. Grazie al voto palese si potrebbero evitare i vari brogli e ogni elettore potrebbe sapere a cosa danno l’avallo i politici in cui ha riposto la sua fiducia. Ma come ricorda Fabio Duranti potrebbe allontanare le persone dalle urne perché “in Italia c’è la mentalità di ‘non voglio dire per chi voto’: è una questione psicologica”.

Secondo il Prof. Meluzzi, che sulle questioni psicologiche la sa lunga, “questa è una proposta bellissima ma purtroppo, soprattutto allo stato attuale del tempo e della storia, del tutto utopistica. Io penso che in Italia il voto – che viene addirittura sanzionato dal Codice penale di essere voto di scambio – è, oserei dire, solo un voto di scambio. Bisogna uscire da una mentalità antropologica nel quale si è annidato il transumanesimo. Il transumanesimo oggi ci dice: ‘votate chi volete’. Ma vi dico la novità, che novità non è più: votate chi volete che tanto neanche i politici decidono niente. Il problema è che la gente ha un certo disprezzo per la politica perché ha capito che sia in Parlamento – ed essendoci stato ve lo garantisco – che nel Consiglio dei Ministri non si decide niente. Questo che noi vediamo nello schifo dello stato purtroppo ormai è passato anche nella parte visibile delle multinazionali. Oggi quel bizzarro personaggio di Bourla ha detto ‘io non ero d’accordo nel fare i vaccini mRNA, l’ho fatto perché me l’hanno imposto’, ma chi lo ha imposto all’amministratore delegato della Pfizer? Il problema è che: va benissimo votare, ma finche la politica non può decidere niente…”.

Il prof. Enrico Michetti ha le idee chiare sulla faccenda e crede ci sia ancora speranza: “Se vogliamo parlare di trasparenza è chiaro che non possiamo agire nelle tenebre. Se noi vogliamo parlare di libertà non possiamo avere il voto di qualcuno che si deve nascondere o che comunque trae giovamento o nocumento dal fatto che si nasconda. È chiaro che ci sono tutti i pericoli che evidenziato il Prof. Meluzzi, però bisogna avere il coraggio di rimuoverli e per farlo non possiamo affidarci soltanto al voto palese, è un processo culturale che deve nascere e che noi dobbiamo spingere e di cui ha diritto il paese. Il farò è proprio il testo costituzionale. Credo che il paese abbia la necessità di una grande riforma e di rimettere al centro l’uomo e la sua voglia di vedere garantiti i suoi diritti fondamentali”.