Il sistema informativo italiano sta dimostrando, soprattutto da due anni a questa parte, notevoli criticità e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Nel trattare argomenti delicati come la crisi e la guerra, sembra che i grandi media mainstream inizino a cedere al sensazionalismo. Quante volte condividono frasi di eminenti esperti che, invece di tranquillizzare, sembrano fomentare il panico? Questa potrebbe essere una delle spiegazioni che giustificano il calo di vendite che stanno vedendo le grandi testate italiane.
In molti ormai si stanno orientando verso le fonti di informazione indipendente che però non sono ben viste dal pensiero unico, filo conduttore della narrazione mainstream.

La motivazione a ciò che stiamo vedendo negli ultimi due anni, secondo Fabio Duranti, è semplice: “Non esiste più l’editoria pura. La vera emergenza, dalla quale derivano tutte le altre, è l’uccisione del pluralismo nell’informazione. La riduzione della libera informazione e del pluralismo”.

Per quanto riguarda Radio Radio, da sempre osteggiata per il suo non allinearsi al pensiero unico: “Noi siamo veramente una mosca bianca e mi onoro di dirlo. Noi siamo editori puri, non facciamo altro. Non abbiamo rapporti con l’imprenditoria, non prendiamo denaro dalla politica, la nostra è quindi un editoria pura che non ha conflitti di interesse quando parla, che non scrive le cose orrende che abbiamo visto in questi giorni. Noi ci occupiamo dei nostri cittadini, non abbiamo un interesse dietro. I poteri forti ormai hanno comprato tutti i mezzi di comunicazione e fanno gli stessi ricatti che oggi vediamo fare alla politica: ‘stai attento o fai cosi, o saranno cavoli tuoi, ti levo tutto'”.

Oggi, nella comunicazione, stiamo vedendo un meccanismo per cui le fonti di informazione non allineate vengono confinate in uno spazio in cui “non possano far danni”, togliendogli visibilità e i finanziamenti necessari per portare avanti le loro attività: “Tu devi rimanere nel tuo ghetto. E non uso ghetto a caso, perché i paragoni ci sono tutti, sono diverse le cose ma il paragone c’è: ti faccio vivere ma ti faccio vivere in un ghetto, in una tua piccola area, dove non rompi i co****ni”.