Oggi non mi interessa parlare di arbitraggio. Liquido la questione dicendo che gare di vertice, soprattutto se equilibrate, come Roma-Atalanta non possono essere affidate a personaggi in grado di esacerbare gli animi di un intero stadio facendosi sfuggire di mano la tenuta temperamentale di vari protagonisti. Chiudiamo così il tema Chiffi.

Per quanto riguarda la prestazione della Roma, c’è stata tanta produzione offensiva ma non c’è stata traduzione in gol. Essere fortunati è una forma di merito e talento, però la mancanza di cinismo è una colpa. Tutti noi tentiamo di parlare di calcio e capiamo che non avere Paulo Dybala è un altro limite importante. Allo stesso tempo non dovrebbe esserci tutto questo scarto di pericolosità offensiva tra quando lui c’è e quando lui non c’è. Ugualmente è uno svantaggio non avere Mourinho in panchina per tutta la partita.

Qui arriva il centro della bacchettata. Rimprovero allo Special One quel modo di comportarsi entrando in campo e facendosi strattonare. Il mister sapeva perfettamente che, soprattutto con uno come Chiffi, sarebbe arrivato un cartellino rosso. Mourinho purtroppo danneggia la Roma. Si sapeva che l’Atalanta avrebbe giocato in quel modo. Certamente alcuni segnali sulla mole di gioco prodotta dai giallorossi sono incoraggianti, però è poco per chi si pone certi obiettivi. La Roma sarà orfana del suo tecnico nella sfida all’Inter del primo ottobre alle 18 a San Siro. Personalmente mi sento di rimproverare questo aspetto al lusitano.

Il dispiacere è maggiore alla luce delle dichiarazioni, molto serene e obiettive, dello stesso Mourinho nel post-partita. Con lui in panchina il match sarebbe finito diversamente magari non nel risultato ma nella soglia di attenzione dei giallorossi e nella loro lucidità della produzione offensiva.

Non è questione di sofismi, ma è un rimprovero bello e buono verso un tecnico che deve condurre in porto una sfida di vertice per la sua squadra in una domenica in cui le contendenti dovevano chiedere a loro stesse: se non ora quando? Quindi mister, con tutta la stima e la fiducia assoluta nel suo lavoro, se stavolta arriva una piccola bacchettata non credo sia così grave.

Paolo Marcacci