Prima di Julian Assange un altro uomo ebbe il coraggio di denunciare una scoperta importante. Si chiamava Mordechai Vanunu e nel 1986 decise di rivelare al mondo che a possedere l’arma più distruttiva del mondo, c’era in prima fila anche Israele. Sotto lo scenario di un contesto mediorientale sempre più frammentato, c’è soprattutto un fatto che il mondo occidentale pare aver dimenticato. Lo Stato di Israele rientra tra le prime sei potenze mondiali a possedere l’atomica, ormai da decenni. In mezzo al silenzioso deserto del Negev, Vanunu rintracciò una fabbrica con plutonio sufficiente per produrre 200 bombe atomiche. Nel 1950 furono i francesi i primi a rivelare agli israeliani i segreti militari dell’atomo. Fu sempre la Francia a convincere Israele di non rivelare questa risorsa al resto del mondo, fingendo di non possederla. La verità è che si è sempre trattato di un segreto di Pulcinella. Qualcosa che l’Occidente sembra aver ormai dimenticato, ma che oggi più che mai dovremmo ricordare in vista di un equilibrio internazionale sempre più preoccupante.

La persecuzione e la prigionia

La scoperta di Vanunu, all’epoca ingegnere presso il centro di Dimona, fu una vera e propria “bomba” che rivelò l’esistenza delle armi nucleari segrete sul suolo di Negev. Nel 1986 Mordechai denunciò al Sunday Times i piani di Israele. Ma subito dopo aver preso contatto con dei giornalisti britannici, venne rapito dal Mossad prima che il loro articolo venisse pubblicato. Vanunu venne tradito dal suo stesso Paese che ordì un piano contro di lui con la complicità delle autorità di Roma. Una strategia studiata alla perfezione per seppellire la verità. Il povero Mordechai venne adescato da una bionda di nome Cindy che lo invitò a partire per la Città eterna e quello che sembra essere un intrigante racconto tra una femme fatale e il suo amante, si tramuta presto in un incubo. La seducente Spia costrinse Mordechai a pernottare insieme a lei in albergo, dove trovò le autorità israeliane pronte ad aspettarlo. Vanunu venne prima drogato e torturato e infine rapito. Venne trasportato dentro ad una valigia fino all’arrivo ad Israele, dove conobbe delle sofferenze indicibili.

Israele non perdonò mai la sagace audacia dell’uomo, e lo costrinse a una prigionia durata ben 18 anni. Il processo avvenne nel segreto più assoluto e in presenza solamente del suo avvocato. All’uomo fu vietato di incontrare altre persone e di parlare con i media, per far conoscere la sua versione dei fatti. Il carcere fu per Vanunu solo l’inizio del suo dramma: fu costretto a vivere in una prigione di massima sicurezza e in totale isolamento. Vanunu racconta che per ben tre anni di fila le autorità israeliane lasciarono la luce accesa dentro alla sua cella.
Quando venne rilasciato, la vita di Mordechai non fu più la stessa. Israele lo costrinse a vivere senza un passaporto, privandolo della libertà di muoversi in aereo o in nave. Lo Stato gli impedì di avvicinarsi a meno di 500 metri da un porto o da un aeroporto, dalle Ambasciate e di incontrare qualunque cittadino straniero. Vanunu venne condannato a non poter più lasciare il Paese.

Ieri e Oggi

Quali sono state le conseguenze di questa scelta? La decisione di rivelare la verità non ebbe un impatto solo sulla vita di Vanunu ma su tutto il resto del mondo. Se si fosse aperto un dossier sul nucleare, oggi forse l’eterno conflitto di Gaza si sarebbe estinto. Forse oggi sarebbe stata possibile una convivenza pacifica tra i due popoli. Ma ciò non è successo: come dichiarò lo stesso Vanunu in un’intervista a Silvia Cattori: “Israele è stato l’unico paese a non firmare il Trattato di non proliferazione nucleare per aprire le porte alle ispezioni internazionali sul nucleare. Non solo non se la si prende con Israele ma lo si aiuta in segreto. Israele utilizza la potenza delle sue armi nucleari per imporre le sue politiche. Israele ha molto potere, schiaccia l’insieme dei suoi vicini con la sua arroganza.

Gli Stati Uniti – nemmeno loro! – sono in grado di dire agli Israeliani quello che devono fare. E c’è un’altra ragione per cui né gli Stati Uniti, né l’Europa fanno assolutamente nulla: è perché sanno a che punto Israele è potente. Lo stato di Israele non è assolutamente una democrazia. Lo stato ebraico è razzista. Il mondo dovrebbe sapere che Israele mette in pratica una politica di apartheid: se sei ebreo, avete il diritto di andare dove volete e di fare ciò che vi pare; se non sei ebreo, non avete alcun diritto. Questo razzismo è il vero problema di Israele. Israele è del tutto incapace di dimostrare che è una democrazia. Nessuno può accettare questo stato razzista; Né gli Stati Uniti, né i paesi europei. Le armi nucleari israeliane, quelle, potrebbero al limite accettarle….