Vi sono delle novità piuttosto rilevanti che giungono dalla Francia. Novità che meritano di essere commentate e reso oggetto di una discussione critica, intorno a quello che sta accadendo ma procediamo con ordine. La notizia si trova diffusa sull’Huffington Post che così titola in data 17 settembre 2022 “Ognuno pensa a sé, la Francia toglie la luce all’Italia. Per due anni niente elettricità. Comunicazione di EDF, colosso dell’energia francese, i gestori della rete italiana fino al Ministero della transazione ecologica, sentite indiscrezioni su problemi in Algeria”.

Ci viene insomma segnalato che la Francia, per via di problemi interni e forse anche legati alla questione delle sanzioni alla Russia, ha deciso di interrompere il rapporto energetico almeno per due anni con l’Italia. Così riporta l’Huffington Post che mi permette di svolgere alcune considerazioni, in particolare sulla bancarotta dell’Unione Europea, sul fallimento di quella che a rigore e secondo la narrazione egemonica dovrebbe essere stata l’ottava meraviglia del mondo, il trionfo dell’integrazione e della solidarietà, del bengodi e della cornucopia di beni e di diritti e che in realtà sempre più si configura (alludo ancora una volta all’Unione Europea) come un tetro e lugubre paesaggio all’insegna della miseria e della sottrazione costante dei diritti, della competitività neocannibalica e della distruzione di tutte le più grandi conquiste anche sul piano culturale della storia europea.

Ritengo che quanto accaduto ci permetta di dire che l’Unione Europea rappresenti un fallimento sotto un triplice profilo, anzitutto sotto il profilo delle conquiste dei lavoratori e dei ceti medi, dacché mi pare evidente che l’Europa questa sia, nella sua sostanza, l’apoteosi del capitale finanziario a nocumento dei ceti medi e delle classi lavoratrici cosicché Unione Europea significa né più né meno che trionfo delle classi dominanti della plutocrazia neoliberale e del patriziato cosmopolitico contro le classi che vivono faticosamente del proprio lavoro: ceti medi e classi lavoratrici in primo luogo. Sicché l’Unione Europea ancora una volta potrebbe essere definita l’unione delle classi dominanti di Europa contro i popoli, le classi lavoratrici e i ceti medi d’Europa.

Secondo aspetto che segna la banca rotta dell’Unione Europea ricorda l’identità, la questione identitaria. L’Unione Europea lungi dal rappresentare il trionfo dell’identità europea, ne segni invece l’annichilimento se è vero (come è vero) che l’identità europea coincide con quel mosaico plurale necessariamente di identità, tale per cui essere europei significa essere italiani o francesi, europei o greci. Tutto il contrario di quell’astratta identità europea alla quale ci viene chiesto di aderire rinunciando alle nostre identità particolari. Ma noi come più volte abbiamo sottolineato, dobbiamo riconoscere essere l’identità europea un universale concreto, esistente cioè nelle culture particolari che popolano l’arcipelago strutturato dell’Europa.

In terzo luogo abbiamo (ed è l’aspetto che ci interessa di più in questa sede) il fallimento dell’Unione Europea per quel che riguarda il tema della solidarietà e dell’integrazione. Da subito l’Unione Europea venne celebrando se stessa come “trionfo della solidarietà e dell’integrazione contro i nazionalismi e il trionfo del particolare, dell’interesse specifico necessariamente in lotta di ciascuno contro tutti gli altri”. Ebbene noi possiamo dire, a ragion veduta e alla luce di queste ultime vicende che l’Unione Europea lungi dal rappresentare il trionfo della solidarietà e dell’integrazione, segna semmai l’apice dello scontro, della competitività, dell’interesse particolare di ogni paese contro tutti gli altri. Già lo rilevammo in tempo di emergenza pandemica, quando la Germania adottò politiche a difesa del proprio interesse nazionale. Ora potremmo rilevarlo a maggior ragione in relazione alla Francia che ha deciso, tutelando il proprio interesse nazionale, di non tutelare l’Italia e non ce ne stupiamo davvero. L’Unione Europea ha potenziato semmai l’interesse particolare ed economico delle parti e non ha certo tutelato l’interesse dell’Europa come se fosse un’unica realtà.

Ecco quindi che queste ultime vicende legate alla Francia segnalano una volta di più, come se non ve ne fossero state sufficienti prove che l’Unione Europea è un fallimento. Da qualsiasi angolatura la si osservi ed è da qui che bisogna partire per ricreare ex novo un’Europa delle patrie plurali, solidali e democratiche. Esattamente l’opposto dell’Unione Europea, esattamente la realizzazione compiuta di un’idea di Europa rispettosa della propria tradizione e della solidarietà e di quella integrazione che oggi manca.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro