Proteste che imperversano, che esplodono, che si fanno sentire contro il nuovo governo. Ebbene sì, nonostante manchi poco meno di un mese alla nascita del nuovo esecutivo a trazione Meloni – i presidenti di Camera e Senato verranno proclamati il 13 ottobre, poi via alle consultazioni – già si contesta una eventuale linea della legislatura ancora in vitro.
“Temiamo che siano posti sempre più ostacoli alle donne che vogliono abortire. Per esempio con una forte presenza dei ‘pro vita’ all’interno degli ospedali”, dice Marta Autore, di Non Una di Meno; “Non rimarremo passivi davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene”, scrivono alcuni studenti del Manzoni di Milano.
Poi però ci sono i fatti. Quelli reali. Quelli che interessano a chi in questo momento si sente il colo stretto da bollette e caro energia.

Proprio il caro energia sta causando i malumori più disparati: sono inclusi quelli dei produttori di farmaci. Come infatti riporta il quotidiano Verità e Affari, tramite Medicines for Europe, è stato diramato un comunicato con una sorta di ultimatum: “Con il caro energia o ci fate alzare i prezzi o ci fermiamo”. Fin d’ora si intravedono le vittime, quelli che pagheranno senza avere alcun ritorno o spiegazione: i cittadini, e nello specifico, quelli più fragili che probabilmente dipendono da un uso regolare di medicine.
Mazziati e invisibili.

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