Si parla molto, paradossalmente non nei programmi elettorali, di caro bollette e prezzo del gas. Soprattutto in vista di un inverno che costringerà molti italiani a stringere notevolmente la cinghia. C’è chi invoca il tetto europeo al costo dell’energia, chi invece ha smesso di affidarsi all’Unione Europea per le decisioni che contano davvero. Gianluigi Paragone, leader di Italexit, espone in diretta la sua idea, basata sull’esperienza. Un’esperienza che lo ha portato – soprattutto negli ultimi mesi, complice l’obbligo della raccolta firme – a stretto contatto con le persone:

Il nodo delle materie prime

“Ho fatto una diretta con un piccolo imprenditore dell’edilizia e mi raccontava che le materie prime hanno dei prezzi schizzati alle stelle: se il rifacimento di un bagno prima poteva arrivare a costare 5000 euro, adesso va oltre i 7500. Quindi, non tutte le persone riusciranno a fare dei lavori di rifacimento e ripiegheranno su piccoli interventi. Quindi, tu hai la materia prima che è a prezzi fuori controllo, le consegne delle materie prime (nonostante il tuo obbligo di pagare puntualmente) che non avviene in tempi certi e ora anche il tema dibattuto delle bollette.

Allarme bollette: quale futuro per gli imprenditori?

“Quello delle bollette è un tema che porta con sé diverse valutazioni. Se tu non sai l’ammontare della bolletta di mese in mese, il tuo bilancio (vuoi che sia familiare o da piccolo imprenditore) diventa aleatorio perché non sai quanta liquidità devi mettere da parte per pagare le bollette. Le bollette che stanno arrivando adesso, relative ad agosto, mediamente sono superiori del 20% a quelle – già care – di luglio. Settembre, se la curva rimane questa, avrà un ulteriore aggravamento dell’importo finale. Allora quanta liquidità deve avere un imprenditore per andare avanti? E soprattutto come può, alle condizioni attuali, chiedere al sistema bancario di dargli un po’ più di credito per pagare le bollette? Così è impossibile fare impresa. Da qui alla fine dell’anno molti cederanno perché non è obbligatorio fare l’imprenditore, non è una vocazione divina, quindi lo fai fintantoché ci stai dentro”.

“La situazione emergenziale ha spogliato i cittadini della dignità”

“Non è giusto vedere sempre più persone oggi fare la fila davanti alle mense della Caritas oppure che rovista in quello che avanza dai mercati o che chiede agli ambulanti se avanza un po’ di frutta e di verdura. E lì vedi proprio l’abbraccio solidale di questi ambulanti verso persone che si capisce che sono in difficoltà evidente. La situazione emergenziale ha spogliato i cittadini della dignità, e io credo non sia giusto. Non posso assistere a un dibattito sul caro energia dove il Governo (che ricordiamo essere operativo) non ha il coraggio di fare lo scostamento di bilancio per paura di creare deficit. Ma questo fanatismo dove porta? Se io ho paura di creare deficit per proteggere l’economia reale, vuol dire che l’economia reale salta. E cosa vuol dire far saltare l’economia reale? Vuol dire creare disoccupazione. Perché non dobbiamo prendere l’amministratore delegato di ENI, che è una partecipata dello Stato, per le orecchie e dirgli che se fa un utile di 7 miliardi è immorale e li deve rigirare immediatamente al popolo?”.

“Bisogna raccontare la verità agli italiani sul gas”

“Tu adesso devi raccontare la verità agli italiani sul gas, è inutile che ci giriamo intorno: noi non possiamo fare a meno del gas russo, basta con questa ipocrisia buonista. Prima o poi qualcuno ci deve arrivare a quel maledetto bivio, e allora o difendiamo gli italiani – che non hanno dichiarato guerra a nessuno e che non vogliono questa guerra – oppure andiamo avanti in un buonismo di maniera. A dicembre, quando tutte le bollette saranno arrivate a incidere nei bilanci dei cittadini, cosa tiriamo fuori, la bandiera dell’Ucraina? Andiamo avanti con questi simboli che poi diventano simboli impoveriti di significato? Allora gioco la parte del cinico realista, però mi dispiace, non posso permettere che mi salti un sistema imprenditoriale ed economico. Non è che se l’Italia cambia posizione e decide di giocare un ruolo più terzo e da mediazione, diventa il problema del mondo. Io penso che questa guerra, di fatto, sia alimentata dall’interesse degli Stati Uniti d’America a fermare l’economia russa e lo strapotere russo: il disegno di Putin alla Casa Bianca dà fastidio, quindi questa guerra va avanti perché in maniera indiretta – anche se ormai è palese – gli Stati Uniti stanno alimentando i presupposti del conflitto. E noi siamo schiacciati.