Alcuni episodi di politica internazionale possono far capire qual è la nostra critica a questo modello di politica così collegato alla grande finanza, alla grande economia.

In primo luogo, le dimissioni di questo grande guerrafondaio, Boris Johnson, che sembrava prendere a cuore le sorti della democrazia nel mondo, della guerra, dell’Ucraina. In realtà, tutta la sua smania guerrafondaia era collegata a coprire qualcos’altro. Cos’era questo qualcos’altro? Erano i suoi scandali, gli scandali che riguardavano la sua carriera politica. Quindi lui faceva l’uomo del più armi, più guerra, più bombe, sostanzialmente per coprire i suoi interessi personali. I suoi interessi personali erano mantenere la sua molto importante poltrona e per far questo era disponibile a tutto, anche a far aumentare i costi della guerra. Alla fine, gli inglesi se ne sono accorti: hanno cominciato a dare dimissioni tutti quelli vicino a lui perché evidentemente hanno capito – hanno voluto far capire – che quell’uomo era lì non tanto per avere una prospettiva, una lotta per il suo paese, ma sostanzialmente per gestire i propri affari.

Mi chiedo: nella politica italiana pensate che sia diverso? Perché pensate che il signor Draghi faccia queste cose: la scelta di mandare più armi; le sanzioni; la scelta di non avere una programmazione economica; la scelta, con il decreto concorrenza, di privatizzare di nuovo tutto (colpendo i tassisti)? C’è un obiettivo. Probabilmente l’obiettivo di Draghi sarà la Nato, sarà l’ONU, sarà la banca mondiale, vedremo.

Ma pensate che sotto Draghi le cose siano tanto differenti? Vogliamo citarne due? Conte e Di Maio, pensate facciano gli interessi del paese? Che siano lì a pensare ai vostri problemi? O che siano lì a pensare alla loro poltrona e al loro futuro?

Purtroppo la politica è così. Ed è così per tutti: da una parte e dall’altra, destra e sinistra, sono spesso tutti uguali. Tranne qualche “pazzo” (come il sottoscritto) e come, ad esempio, quelli di Ancora Italia. Con Francesco Toscano, sabato prossimo (il 16-17 luglio a Napoli) discuteremo proprio di questo, assieme ad Antonio Ingroia e a Stefano d’Andrea e agli amici e i compagni del Comitato No Draghi: discuteremo del modo e degli obiettivi della lotta politica e di una nuova politica, per dare solidità, sovranità, indipendenza all’Italia che lavora (cioè all’Italia che vive del proprio lavoro). Che siete tutti voi.

3 Minuti con Marco Rizzo