Importante e al tempo stesso paradossale, la storia di Giorgio Chiellini con la Nazionale italiana. Importante perché i numeri dicono che dopo aver disputato stasera il primo tempo contro l’Argentina, si attesta a 117 presenze, in coabitazione con Daniele De Rossi al quarto posto della graduatoria “all time”. Paradossale perché si ritrova in bacheca il titolo di Campione d’Europa che mancava dal 1968 a far da spartiacque in mezzo a due mancate qualificazioni consecutive alla Coppa del Mondo. Nel bene e nel male, risultati di portata epocale.

Lascia in un momento storico in cui all’Italia, come ha dimostrato anche la gara di stasera contro Messi e compagni, manca sempre di più la qualità nel confronto con le big mondiali. E mancherà, perlomeno in tempi brevi, un capo carismatico del suo calibro. È stato un difensore centrale dominante e con la propensione naturale a migliorare il rendimento dei suoi partner difensivi, Bonucci in testa.

Paolo Marcacci