“Stiamo veramente morendo di più?” Abbiamo analizzato l’argomento con il supporto delle statistiche EuroMOMO.

L’EuroMOMO (European mortality monitoring activity) è un’attività di monitoraggio che mira a misurare gli eccessi sulle morti in relazione ad influenze, pandemie e in generale a tutte le minacce alla pubblica salute.

I risultati sono interessanti: osservando la mortalità su tutte le fasce di età si è notato che “tutti gli anni c’è un eccesso di mortalità rispetto alla media annua e avviene in occasione dell’inverno. Nel 2017 c’è stato un picco molto forte. Ovviamente il 2020 ha avuto un picco molto alto, più alto di quello del 2017, per via di quello che è accaduto. Dall’estate del 2021 ad oggi, se si guarda il grafico e lo si va a confrontare con quello del 2017, 2018, 2019 vediamo che è identico. Da un anno si sta morendo di più o di meno di quello che è accaduto negli anni passati? Uguale. Allora questi bollettini di che parlano?”

Se andiamo poi ad analizzare una fascia specifica, quella 15-44 anni (la fascia produttiva della società) vediamo che “ha visto aumentare la mortalità. Cosa succede a questi giovani? Durante la pandemia, quando c’era il disastro collettivo, non morivano. Qualcuno ci dovrà spiegare”.

Ad intervenire in trasmissione è Enrico Michetti che ci ricorda l’importanza delle statistiche ufficiali soprattutto nei fini politici: “Il dato ufficiale è fondamentale ma è chiaro che la ricerca del numero deve essere corroborata da un’analisi. Quando l’analisi è puntuale, completa (cioè è stata condotta in maniera razionale) è chiaro che gli algoritmi ci aiutano molto perché vanno a creare i cluster, ossia unità di misura comparabili, e allora li, quando escono i numeri – se provengono da fonti ufficiali – vengono fuori tante verità scomode”.

Tutto ciò ovviamente fa affidamento sulla veridicità dei dati che devono provenire da fonti ufficiali, che non “inventano” i numeri ma hanno la possibilità di raccoglierli alla fonte (in questo caso i comuni).

Duranti: “Cosa succede a questi giovani?”

Tutti gli anni c’è un eccesso di mortalità rispetto alla media annua e avviene in occasione dell’inverno. Nel 2017 c’è stato un picco molto forte. Ovviamente il 2020 ha avuto un picco molto alto, più alto di quello del 2017, per via di quello che è accaduto. Dall’estate del 2021 ad oggi, se si guarda il grafico e lo si va a confrontare con quello del 2017, 2018, 2019 vediamo che è identico. Da un anno si sta morendo di più o di meno di quello che è accaduto negli anni passati? Uguale. Allora questi bollettini di che parlano?

C’è una fascia di persone la cui mortalità è aumentata. E guarda caso chi sono? Sono quelle fasce di età produttive. La fascia di età che va dai 15 ai 44 anni dopo l’introduzione di un ‘qualcosa’ ha visto aumentare la mortalità. Cosa succede a questi giovani? Durante la pandemia, quando c’era il disastro collettivo, non morivano. Qualcuno ci dovrà spiegare“.

Il commento di Enrico Michetti

Il dato ufficiale è fondamentale ma è chiaro che la ricerca del numero deve essere corroborata da un’analisi. Quando l’analisi è puntuale, completa (cioè è stata condotta in maniera razionale) è chiaro che gli algoritmi ci aiutano molto perché vanno a creare i cluster (ossia unità di misura comparabili) e allora li, quando escono i numeri (se provengono da fonte ufficiali), vengono fuori tante verità scomode“.