Ormai è una certezza: la definizione pomposa e orwelliana di “professionisti dell’informazione” deve essere mutata in molti casi nella più realistica e sobria definizione “professionisti della manipolazione”, vale a dire della amministrazione di una narrazione a beneficio dei dominanti.

Possiamo altresì dire che critica e crisi derivano dal verbo greco “Krino”, che vuol dire “giudicare”: ebbene, noi stiamo vivendo nel tempo delle crisi e insieme dell’assenza di critica. A ogni latitudine si registra il più piatto conformismo con annessa demonizzazione del pensiero critico e ciò a tal punto che i rapporti vengono presentati puntualmente in forma invertita, in forma orwelliana, ossia con un rovesciamkento diretto di nomi e cose.

Abbiamo proprio come nel celeberrimo romanzo di George Orwell i missili democratici, la guerra pacifica, i bombardamenti umanitari, gli embarghi terapeutici.

E peraltro, su questa stessa scia, il guitto Zelensky prodotto in vitro a Washington per destabilizzare la Russia di Putin mediante un’atlantizzazione preordinata dall’Ucraina, viene presentato come un eroe, come il paladino della libertà, come il fronte avanzato della lotta per la libertà in cui l’Europa tutta e l’Occidente senza riserve si identificano.

Bisogna sapere tuttavia che il guitto Zelensky già lo scorso anno aveva fatto arrestare il leader dell’opposizione e chiuso due canali televisivi. Ora, come nulla fosse, ha imposto il canale unico e limitato l’opposizione politica: un modello di libertà, non v’è che dire! Un modello in cui l’Europa si riconosce a pieno.

Intanto sul “caffè” (molto corretto) di Gramellini si cita come fonte attendibile e super partes Kasparov, il noto scacchista che da sempre vorrebbe una Russia piegata a Washington. Giornalismo di altissimo livello anche in questo caso.

Proprio in questa stessa cornice deve leggersi – a giudizio di chi vi sta parlando – l’episodio gravissimo accaduto nella giornata di ieri, ossia l’incontro in videoconferenza presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati con il presidente dell’Ucraina Zelensky, il guitto prodotto in vitro a Washington. Questo deve rimanere a futura memoria dello squallore del Governo dei migliori e della vergogna in cui, ancora una volta, la nostra Italia è precipitata. In un tempo in cui pare normale che escano titoli come quello apparso su “La Stampa” di Torino che così diceva: “Guerra Ucraina-Russia, se uccidere Putin è l’unica via d’uscita”.

Giornalismo di altissimi livelli, davvero. E voi pensate che questa sia la parte giusta della storia?

Si considerino le parole impiegate dal guitto Zelensky nel suo collegamento con l’Italia: ha usato l’immagine di Genova (“immaginate se venisse distrutta, voi cosa fareste?”), questo in sintesi il tema del suo argomento.

Parole di una gravità inaudita invece quelle utilizzate da Mario Draghi, soprattutto in due passaggi: aiutare la resistenza Ucraina anche con le armi e poi, testualmente, “l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea, di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza”.

Partiamo dal primo aspetto: “Aiutare la resistenza anche con le armi”; ebbene sì, l’euroinomane di Bruxelles si rivela altresì un fido amico di Washington (come già sapevamo). Un governo che difende le ragioni della guerra sta tradendo, una volta di più, il suo popolo e la sua Costituzione:

Per quel che riguarda il secondo punto, ossia che l’Italia per bocca dell’euroinomane Draghi vuole l’Ucraina nell’Unione Europea, sta di fatto dichiarando una volta di più guerra alla Russia. Non sta mantenendo una posizione di neutralità come dovrebbe, ma sta già dichiarando guerra alla Russia con le sanzioni e con l’invio di armi in Ucraina proponendo per di più l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea: quale Governo dei migliori potrà mai essere questo? Un Governo che sta esponendo la popolazione italiana tutta al rischio di una guerra mondiale dove l’Italia stessa potrà essere coinvolta direttamente in quanto non neutrale, ma schierata contro lo spirito e la lettera della propria Costituzione al fianco dell’Ucraina e quindi degli Stati Uniti d’America, che sono la forza che sta dirigendo tutto questo processo il cui fine ultimo è destabilizzare la Russia, accerchiarla e proporre un cambio di regime volto a produrre una Russia genuflessa a Washington.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro