Perché dubitare del vaccino anti-Covid più che di tutti gli altri prodotti nella storia? Per quale motivo la definizione di “no-vax” viene sbattuta in prima pagina a mo’ di clava della psicopolizia odierna e affibbiata a chiunque si ponga il minimo dubbio su rischi e benefici?
E’ vero che non ci troviamo davanti a dei veri e propri vaccini?
A rispondere è il Prof. Giovanni Frajese, endocrinologo e docente presso l’Università degli Studi del Foro Italico di Roma che non solo chiarisce le risposte, ma che le rende accessibili a tutti. Perché il grande problema dell’epoca odierna non è tanto chi manda il messaggio, quanto chi lo riceve: l’Italia, per l’appunto, è tra i paesi che più subiscono la clava dell’analfabetismo funzionale, ovvero – per farla breve – l’incapacità di comprendere un testo. Forse è anche per questo che spadroneggia la filosofia del “parlano solo i virologi”, un assioma ormai diffusissimo che disincentiva le persone a informarsi e fa del non-pensiero una triste prassi perfino acclamata.

Insomma, i tanti identikit che vedrebbero i non vaccinati come la parte della popolazione meno istruita e informata cadono sotto le spiegazioni logiche – e accessibili – del Prof. Frajese, che non fanno che confermare i dubbi di molti scettici su immunità naturale, tecnologia mRNA ed efficacia di un vaccino vecchio contro una variante nuova.

Anticorpi naturali

Il sistema immunologico“, spiega Frajese, “è in grado di riconoscere un antigene: il mio anticorpo incontra la particella che riconosce come nemica e la elimina. Dopodiché si riproduce e memorizza l’antigene, che fa a pezzi, e qualora lo riincontri lo riconoscerà. Questo tipo di immunità dura tutta la vita“.
Il Covid però muta in diverse varianti, “ma anche qui non si scappa dalla logica: il virus non è fatto solo dalla spike (che chiameremo “α“), ma da almeno altre tre componenti. Se l’anticorpo ricorda ed elimina il ceppo di Wuhan, al presentarsi di una nuova variante può comunque identificare le altre componenti in comune col virus originario; il che significa che se anche la spike dovesse modificarsi, il mio sistema immunitario riconoscerebbe gli altri antigeni eliminando il nuovo virus“.

Anticorpi indotti

Ma il vaccino è più o meno efficace degli anticorpi prodotti naturalmente?
Il vaccino non produce anticorpi per tutti gli antigeni, ma soltanto per la spike specifica “α” perché la sequenza di mRNA che è stata fornita produce poi la spike che viene esposta alle cellule e riconosciuta dal sistema immunitario“.
Qual è quindi il problema reale di questo sistema? Che dopo anni in cui il virus è mutato, i miei anticorpi indotti dalla vaccinazione mRNA che cercano “α”, non riconoscono ad esempio “O” (Omicron) perché è una variante completamente diversa: stanno quindi cercando nel mio organismo un nemico che non c’è“.