Diritto alla resistenza: principio cardine delle democrazie occidentali, oggi più che mai necessario in tempi di obblighi e forzature vaccinali. Il confine tra legalità e disobbedienza è sempre molto labile quando si ritiene una norma ingiusta. Azioni di protesta nonviolenta in passato sono state necessarie per avviare una ribellione e sovvertire l’ordine costituito. Qualcosa che ai giorni nostri potrebbe essere la chiave per scardinare la serratura del potere, per rompere i vincoli che portano migliaia di persone a restare senza lavoro se non vaccinate.

Di certo non si tratta di una missione semplice, ma richiede l’organizzazione, lo spirito di unità, la solidarietà che forse manca al popolo italiano. Le obiezioni a questo modo di pensare sorgono già in diretta, tra gli ascoltatori più scettici rispetto alla disobbedienza. “In uno Stato le regole si rispettano. Non si può fare la legge da sé, altrimenti sarebbe anarchia”: è il messaggio letto da Fabio Duranti. La risposta non tarda ad arrivare, con le parole di una delle personalità più illustri della nostra storia repubblicana, Aldo Moro: “Si precisa come al singolo, o alla collettività, spetti la resistenza contro lo Stato, se esso, avvalendosi della sua veste di sovranità, tenta di menomare i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi.” Frasi che hanno il sapore di un richiamo rispetto ai decreti su Covid, Green Pass e sieri che stanno regolando la vita in Italia.

Il commento dell’onorevole Pino Cabras, ospite di Fabio Duranti e Francesco Vergovich a Un Giorno Speciale.