Quando una teoria umana viene elevata a livello di dogma di fede, a nulla più vale la ragione e i suoi seguaci infatti diventano degli adepti e non più dei liberi pensatori. Naturalmente al fine di impedire l’analisi critica dei più dotti, facendo leva sulla loro alterigia e superbia, si infarciscono le assurdità teoriche di equazioni e presunti elementi di scientificità atti a negare ogni evidenza empirica. La fede nella dea concorrenza è tale che interi stati diventino concorrenti e se si ritiene possibile l’assurdo statistico, come per esempio il fatto che le popolazioni nordiche siano tutte virtuose, allora quelle latine diventano tutte sprecone.

Si trattano milioni di persone alla stregua di bambini ai quali raccontare dalle pagine dei giornali novelle versioni di favole antiche come quella della cicala e della formica.

Al fine di impedire un’analisi critica delle persone dotte si raccontano a queste dei dati di presunta scientificità, come per esempio per decenni ci sentiamo sentiti raccontare del congruo rapporto del 3% di deficit/PIL o del 60% di debito/PIL. Tutte cose prive di ogni evidenza scientifica ma che ripetute per decenni sono state prese dalla maggioranza delle persone come cose di buon senso. Di fronte all’evidente crisi del sistema neoliberista nei grafici che io pubblicamente illustro settimanalmente illustro faccio vedere che è calata la produzione industriale, l’occupazione e la produttività. Non c’è un indice che sia migliorato ma a fronte di questo ci sono frasi che diventano litanie di ordine religioso.

Quando noi abbiamo un mercato italiano di piccole e micro imprese che in queste giorni vengono massacrate, in particolare nel settore edile. Milioni di persone vengono trattate come bambini e si racconta che i popoli del nord sono virtuosi mentre i popoli del Sud sono lazzaroni, che da un lato ci sono le formiche risparmiose e dall’altro le cicale canterine.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi