Tra i tanti aspetti che destano attenzione rispetto a ciò che stiamo da due anni vivendo, che io chiamo capitalismo terapeutico, riguarda lo sdoganamento dell’odio che si sta realizzando. Sono riusciti a sdoganare l’odio contro chiunque non sia allineato rispetto all’ordine dominante.

Questo è il punto più preoccupante della situazione che si sta producendo. La verità è che con la categoria passepartout di “No-Vax” sono riusciti a sdoganare l’odio incontenibile, la discriminazione e financo tutto ciò che di più squallido si era prodotto nella storia di un Novecento che sotto questo profilo speravano vivamente fosse archiviato per sempre e che invece torna a rinascere sotto le spoglie di una narrazione che si pretende medico-scientifica ma che in realtà veicola contenuti ideologici e politici.

Non vogliono ripetere che era dal 1945 che non tornava in Europa la discriminazione a norma di legge. Dico però che hanno sdoganato l’odio verso chiunque non si sia piegato rispetto all’ordine dominante. Abbiamo sentito giornalisti che invocavano Bava Beccaris, abbiamo sentito medici e politici che esortavano ad andare a stanare casa per casa i non benedetti, trattati alla stregua di eretici o non cittadini. Mario Draghi dixit.

Dulcis in fundo, in queste ore ha preso parola sul tema anche Luciana Littizzetto che fa parte a tutti gli effetti dello star system del circuito mediatico dominante, la quale ha detto testualmente, lo apprendiamo dal Corriere della Sera, sulle multe dei No Vax “Cento euro? Per uscire di prigione a monopoli paghi di più”.

Possiamo dirlo apertamente è stato sdoganato l’odio in una situazione insopportabile. La tesi da me sostenuta è che lo stato d’emergenza, mutato in stato d’eccezione permanente, non se ne andrà con l’ovvia conseguenza per cui lo stato secondo costituzione rimarrà congelato fintanto che non finirà l’emergenza, cioè potenzialmente per sempre.

Il 100% della ricchezza riguarda i paperoni, i super ricchi, la pandemia infatti ha accresciuto le disuguaglianze e il distanziamento sociale si è prodotto anche in un senso diretto, tra i primi e gli ultimi. L’emergenza svolge anche la parte di strumento di comando dei gruppi dominanti.

Voglio concludere queste mie considerazioni con una nota di speranza che traggo dalle riflessioni di Hegel sul corso della Storia: “Lo spirito è ciò che non solo aleggia sopra la Storia come sopra le acque ma anche tesse la propria trama all’interno della storia e ne costituisce l’unico motore. Nel cammino dello spirito l’elemento determinante è la libertà”

Se come diceva Hegel la libertà è l’elemento determinante della storia, vuol dire che anche in momenti in cui lo spirito pare essersi smarrito e aver dimenticato la sua lezione, dobbiamo sempre di nuovo riprenderla e portarla avanti, consapevoli che lo spirito ad altro non tende che non all’attuazione della libertà, dei rapporti sempre più liberi e consapevoli.


RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro