Rispetto per Ciro Immobile. Il bomber principe della Lazio, Scarpa d’Oro e cannoniere di razza in Serie A, sembra non godere di una totale e univoca celebrazione a tutte le latitudini dello stivale calcistico.

Il dibattito sulla punta di origini campane si protrae ormai da alcuni anni senza una apparente conclusione che possa mettere d’accordo critica e addetti ai lavori. Il fatto che Ciro sia il simbolo indiscusso della Lazio targata Claudio Lotito, per svariate motivazioni, rende il suo profilo evidentemente meno appetitoso. La cassa di risonanza assicurata dalle potenze del pallone settentrionale, inutile negarlo, sarebbe di gran lunga superiore rispetto al lido capitolino. Il riferimento a Juventus, Inter e Milan non è casuale.

Il gol qualificazione siglato contro l’Udinese, nei tempi supplementari del match di Coppa Italia disputato allo stadio Olimpico, conferma ancora una volta l’essenziale importanza dell’attaccante ex Torino. Quando lui non c’è il piatto biancoceleste piange ed il gioco latita. Muriqi, alternativa obiettivamente non all’altezza della situazione, non è la stessa cosa.

Il capitolo dedicato alla Nazionale italiana presenta complessità di non semplice interpretazione. Le prestazioni di Immobile in maglia azzurra non hanno mai convinto del tutto tifosi e universo giornalistico. Il CT Mancini, però, non lo ha mai scaricato. “In questi tre anni – ha sottolineato il mister non più di un mese fa – abbiamo avuto la garanzia di Immobile e Belotti e tanti giovani in crescita, di buone qualità. Scamacca per esempio ha tutto per diventare un centravanti completo“.

Immobile merita più considerazione? Il punto di vista dei nostri esperti

Nando Orsi

Immobile nella Lazio si trova nella sua zona di comfort in famiglia dove si sente bene ed è sicuro di non dover dimostrare niente. Quando va in Nazionale non si sente bene ugualmente perché non è la sua famiglia. In maglia azzurra gioca con tanta tensione. Se Immobile fosse un giocatore della Juventus i giornalisti di quella sponda chissà cosa farebbero. Spesso da noi ti giudicano delle persone che non sono a conoscenza di ciò che Ciro fa all’interno della Lazio e di come gioca perché conta solo il gol. Criticare Immobile vuol dire essere ottusi. Non si può mettere in discussione uno che segna tutte le domeniche. L’Italia calcistica dovrebbe chiedergli scusa.

Mario Mattioli

Vi siete mai chiesti se Immobile giocasse in una delle big del campionato come verrebbe giudicato? Chiaramente la Lazio non ha il tam tam mediatico che può avere un Milan, un’Inter o una Juventus. Però non sono d’accordo sul fatto che lui abbia un problema di personalità perché in Nazionale non rende. La Nazionale italiana ha un bacino d’utenza inferiore al 30% dei calciatori che giocano attualmente in Serie A. Per cui bisogna fare i conti con una squadra, quella di Mancini, probabilmente inferiore alla sua società di appartenenza. Voglio dire che un centravanti, se non accompagnato da un collettivo adeguato, da solo non riuscirebbe a far niente.

Roberto Pruzzo

Ma chi ha tolto l’onore a Immobile? Io davvero non capisco. In Europa ci sono tanti attaccanti, ognuno con le sue caratteristiche. A questo punto faccio a tutti questa domanda: chi prendereste tra Vlahovic e Immobile? Io prenderei il primo tutta la vita. Probabilmente su dieci persone la maggior parte sarebbe d’accordo con la mia opinione. Sinceramente non capisco perché lui trovi tutte queste difficoltà al di fuori del contesto biancoceleste.

Furio Focolari

Ciro Immobile è un assegno circolare. Lui è come Cristiano Ronaldo perché parti già da 1-0. Se Immobile da 6 campionati va in tripla cifra, soltanto Nordahl ha fatto meglio nella storia e nei maggiori campionati europei solo Lewandowski e Salah hanno fatto di più, ma di cosa parliamo?

Tony Damascelli

Immobile non è un caso speciale, semplicemente gioca nella Lazio che probabilmente non ha lo stesso fascino delle grandi del Nord. La carriera del bomber biancoceleste, se vogliamo, ripercorre un po’ quella di Pruzzo. Roberto ha vinto spesso la classifica dei cannonieri in Serie A ed era sempre sinonimo di gol. All’epoca venne strapagato con un’operazione di mercato seguita addirittura da Andreotti con Sogliano e Moggi. Pruzzo era importantissimo per l’attacco del Genoa e della Roma, ma non per la Nazionale.

Stefano Agresti

Quello che dice Damascelli è vero. Quando tu giochi soprattutto nella Juventus, o comunque in altre compagini settentrionali, hai un peso a livello di attenzione non paragonabile ad altre realtà. Se alla Lazio fai 10 come sostegno e risalto hai infinitamente di meno rispetto alle celebrazioni assicurate dalle big come Milan o Inter. Dobbiamo prendere atto di questo.