Il medico Gerardo Torre si è impegnato in prima persona per la cura dei suoi pazienti affetti da Covid-19. Simbolo di una medicina sul territorio attiva nel campo del contrasto del contagio, Torre rischia ancora la sospensione dall’Ordine dei giornalisti per aver avviato un protocollo di cure domiciliari non in linea con le prescrizioni del Ministero della Salute.

Torre rivendica l’importanza della della visita e dell’importanza del “medico di campagna” per poter elaborare un piano di cura efficace per ogni paziente, fuori da ogni protocollo stabilito dalla burocrazia ministeriale. L’esperienza del medico di base si scontra allora con la linea della tachipirina e vigile attesa decisa dall’alto: “Tutto ciò che diventa epidemico deve essere affrontato dalla medicina territoriale. Mai una situazione acuta può essere valutata a livello ospedaliero. Si parte malissimo. Tutte le forme di aggressione virale hanno un’iniziale componente infiammatoria. Se tu puoi curare il paziente alle prime note di un’aggressione virale, non lo fai complicare e significa che in ospedale non ci va“.

La testimonianza di Torre rappresenta il grido di allarme dei medici di base che rivendicano il proprio ruolo di lotta sul campo della pandemia. La cura del paziente deve allora passare per un preciso lavoro di anamnesi del malato e cure domiciliari ad hoc, con buona pace dei protocolli ministeriali.

L’intervento del medico Gerardo Torre a “Lavori in corso”.