Al terzo giorno di votazioni per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica il borsino dei candidati è in grande movimento. C’è chi sale, come i nomi indicati ieri dal centro-destra e chi scende, come i nomi che il centro-sinistra non pronuncia più. O magari l’andamento dovrebbe essere interpretato al contrario, ovvero i candidati che più restano nell’ombra sono quelli con le maggiori possibilità, mentre quelli già annunciati possono essere considerati prossimi alla bocciatura.

Tra tutti i volti della cosa pubblica messi alla luce in questi giorni ce n’è uno le cui quotazioni restano invariate sostanzialmente da circa un anno. È Mario Draghi, colui che la stampa non ha tardato a definire il Migliore tra i Migliori al momento della formazione del Governo che presiede. Diversi osservatori ritengono l’attuale Premier il favorito numero uno per il palazzo del Quirinale sin da quando ha messo piede a Palazzo Chigi. Del resto, è stato lo stesso Draghi a lasciar intuire le sue ambizioni quando nella conferenza stampa di fine anno si è autodefinito “un nonno al servizio delle istituzioni”. Ma venendo all’attualità più stretta anche quando a inizio settimana ha avviato i suoi personali colloqui con i leader di partito, magari per decidere le sorti dell’avvenire politico italiano.

Lo scenario è assolutamente da scongiurare per il deputato Francesco Forciniti, aderente al Movimento L’Alternativa. Secondo l’onorevole “sarebbe la morte per asfissia, da strangolamento dell’Italia. La consegna definitiva del nostro Paese alla tecnocrazia, alle élite, alle multinazionali”. Ecco l’intervento di Forciniti a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.