Come più volte abbiamo avuto modo di adombrare, la situazione continua a essere tragica senza tuttavia essere seria. E seria non è non solo in ragione del fatto che abbiamo assistito al canto di Natale della cricca virologica mediatica superstar; oltre a ciò la situazione continua a non apparire seria in ragione del fatto che quella che doveva essere la via di salvezza, cioè le benedizioni di massa con il santissimo e sempre laudando siero, si sta rivelando in realtà una via di continuazione dell’emergenza stessa.

Così leggiamo su “Il Sole 24 Ore” in data 23 Dicembre 2021: “Oggi in Italia 44.595 positivi: è record da inizio pandemia“. Ebbene sì, si è raggiunta nella giornata di ieri la cifra massima di contagi da quando tutto ebbe inizio nel marzo 2020. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti, anche a coloro i quali seguitano incessantemente a rimanere in lockdown cognitivo: l’emergenza infinita fa sì che vi sia un infinito stato di emergenza, che a sua volta fa sì che vi siano infinite misure di emergenza. Ciò attiva una nuova condizione di normalità coincidente con l’emergenza stessa che diventa stato d’eccezione permanente.
Il vecchio Stato, con la Costituzione e il suo ordinamento giuridico, è congelato, mentre ha preso forma un secondo Stato – se così vogliamo appellarlo – caratterizzato dallo stato di emergenza perpetuo che, come ha sottolineato Agamben, diviene stato d’eccezione perpetuo.

Le benedizioni a ciclo interrotto, dose dopo dose, non fanno finire l’emergenza: ne sono parte integrante.
Detto altrimenti, l’emergenza infinita come nuova normalità si basa sull’infinito ciclo delle benedizioni di massa secondo un dispositivo che nel suo andamento basico potrebbe essere condensato nel modo che segue: compare ogni volta una nuova variante che rende obsoleta la dose precedente e necessaria la dose successiva.
Siamo giunti ora alla variante Omicron, prossimamente magari arriverà la variante “Pi greco” con la quarta dose necessaria e con la trasformazione della terza dose in step ormai superato; poi arriverà verosimilmente la variante Sigma che renderà ormai necessaria la quinta dose e obsoleta la quarta, poi sarà il turno della variante Tau, poi la variante Omega e alla fine, se non altro, potremo dire di aver ripassato a dovere l’alfabeto greco che avevamo studiato ai tempi del liceo classico.

L’emergenza è la nuova normalità. Le benedizioni ininterrotte sono parte di questa normalità che ha indotto già da tempo i padroni del Big Pharma a sostenere la benedizione come rito annuale, un sacramento somministrato almeno una volta l’anno. Quasi come se si trattasse di un caposaldo della nuova religione terapeutica del capitalismo – anche detto leviatano tecno-sanitario – in relazione alla sua nuova configurazione al tempo dell’emergenza epidemica come nuova normalità.
La situazione è ormai palesemente questa, e da più parti con l’arrivo della variante Omicron si paventa una situazione ancor più tragica delle precedenti.
Possiamo però dire senza tema di smentita o ambagi che a dover destare preoccupazione, più che la nuova variante, è quella che possiamo definire “la costante”. La costante è il gregge acefalo di coloro i quali accettano tutto con resa colma di gratitudine, financo con ebete euforia senza mai provare a pensare altrimenti. Senza mai provare a guadagnare l’immunità dal gregge. Senza mai provare a compiere l’esodo dal lockdown cognitivo.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro