A rischio estradizione in un carcere americano tra i più pericolosi, dove attendono di scontare la pena alcuni tra i criminali più pericolosi al mondo. Questo, per aver pubblicato l’impubblicabile, sta rischiando il giornalista Julian Assange in attesa dell’ennesimo crocevia nel processo che potrebbe vederlo scontare circa due secoli tra quelle mura. Nei giorni in cui viene diffusa la notizia secondo cui la CIA avrebbe voluto assassinare il giornalista nel 2017, quando era ancora barricato nella minuscola ambasciata latinoamericana a Londra, questo discorso dell’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis per la conferenza organizzata da Pino Cabras a Montecitorio, ha ancora più significato.

Salve, sono Yanis Varoufakis e ho un messaggio per voi, per i miei amici in Italia a nome di Diem25 riguardo Julian Assange. Sì, Julian è un mio amico e un membro fondatore di Diem25. Ma qui non si tratta solo di un amico e di un collega di Diem25. Si tratta del vostro diritto di sapere, diritto che abbiamo sulla carta, ma non in pratica. Un diritto che viene violato quotidianamente da una oligarchia corporativa che ha la fantastica capacità di sapere tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, anche se sono loro a prendere le decisioni più importanti che incidono sulla nostra vita e sul futuro dei nostri figli. Si tratta anche dei nostri Stati, i nostri super-Stati come l’UE, che hanno una notevole tendenza e capacità proprio come Google e Facebook, di trasformarci in esseri trasparenti, mentre loro stessi sono assolutamente opachi”.

Julian viene assassinato, viene ucciso metodicamente, lentamente, tortuosamente. Perché? Semplicemente perché ha avuto l’audacia di farci sapere dei crimini perpetrati per conto nostro, dai poteri, alle nostre spalle e in nostro nome. Alcuni di noi possono pensare che viviamo in democrazia. Io non sono d’accordo, ma questo non è il momento per fare discorsi filosofici. Siamo tutti d’accordo che senza conoscenza, senza trasparenza, non può esserci democrazia. Quindi se non abbiamo la democrazia, dobbiamo lottare per la trasparenza per ottenerla. E se pensate che siamo in democrazia, allora dovremmo lottare per la trasparenza al fine di preservarla. Julian e Wikileaks hanno spianato la strada per alcune incursioni nell’opacità, nella mancanza di trasparenza che ci è stata imposta. Dobbiamo liberarlo, dobbiamo liberare Julian come dimostrazione, come un segno che i democratici, i liberali, sono pronti a battersi per la democrazia e la libertà di sapere e di agire“.