Desidero oggi prendere le mosse da una dichiarazione svolta dal viceministro della salute Sileri e puntualmente riportata fin dal titolo dal Corriere della Sera, ormai più correttamente da appellarsi Corriere del Siero.

Queste le parole puntuali e sicuramente al di là di ogni fuorviamento pronunciate da Sileri: “La terza dose sarà indispensabile. I bimbi? È importante che almeno la metà faccia il vaccino». Così parlò non Zarathustra ma Pierpaolo Sileri, viceministro della salute nell’attuale governo.

In primis la salvezza è sempre una dose più in là, ora come se nulla fosse si parla di indispensabile terza dose. Sorge spontaneo quando arriverà la quarte e quando arriverà a sua volta anche la quinta. Come nelle religione della forma merce, anche in quella sua variante, la religione terapeutica contemporanea, ogni merce che appare nella circolazione con la promessa di salvezza sparisce nel consumo per poi apparire sempre da capo nella circolazione recando con se la medesima promessa di salvezza secondo un ciclo potenzialmente infinito che con la formula hegeliana potremmo capire il cattivo infinito.

In secondo luogo non sfugga il fatto che se la società è composta soltanto da malati asintomatici potenziali ne segue che non esistono più i sani, dunque non esiste più una società di cittadini aventi diritti, ma esiste soltanto una clinica di malati che sempre da capo devono sottoporsi alle cure imposte dai camici bianchi. Cure che spaziano dai lockdown fino naturalmente alle benedizioni con il siero sempre laudando in saecula saeculorum per tutti. Nessuno escluso si badi neppure i bambini. Di questi giorni la notizia secondo la quale il governo italiano prevede di sottoporre ai cicli di benedizione di massa anche i bambini tra i 5 e 11 anni.

Non per caso il Corriere della Sera fa il paio con IlSole24Ore che in maniera interessante riporta il fatto che l’aumento dell’incidenza nella popolazione tra gli 0-19 è sotto gli occhi di tutti. In data 7 novembre 2021 IlSole24Ore dice che nell’ultima settimana il 47% dei casi under 20 è stato segnalato, guarda caso, nella fascia di età 6-11 cosicché appare necessario sottoporre anche i più giovani ai cicli di benedizione di massa del siero sempre laudando. Se tutti devono essere benedetti perché tutti sono malati asintomatici potenziali ne segue una medicalizzazione integrale della società e soprattutto ne segue che nessuno può sottrarsi a questa logica.

Se, come ci hanno ripetuto da mesi, i più piccoli non hanno nulla da temere dacché il nemico invisibile non può arrecare loro danni seri, perché mai bisognerebbe sottoporli ai cicli di benedizione di massa? Qualcuno direbbe per difendere gli altri ma noi sappiamo che anche i benedetti con il siero sempre laudando contagiano e si contagiano. Cosicché torniamo a domandare perché mai bisognerebbe vaccinare anche i bambini tra i 5 e gli 11 anni? È una domanda che chiede una risposta.

RadioAttivitàlampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro