Una scorta 24 ore su 24 per tutelare e proteggere la propria vita. È questa la realtà alla quale è sottoposto Sigfrido Ranucci ormai da qualche mese. Il giornalista e conduttore di Report ha fatto sapere che da agosto è costretto a vivere sotto scorta a causa di un uomo che, dal carcere, avrebbe incaricato due killer per ucciderlo. Si tratterebbe di una figura legata al narcotraffico nell’ambito della Ndrangheta.

Una minaccia di morte, quella arrivata al giornalista, che ha costretto le autorità ad accostargli degli agenti pronti a difenderlo. Il conduttore, a Radio Radio a ‘Lavori in Corso’, ha parlato così della situazione che sta vivendo.

Scorta

“Le minacce sono quelle di morte. In questo momento hanno pensato di alzare il livello di tutela e fornirmi una scorta che mi accompagni ovunque. Io sono tranquillo, ho ricevuto solidarietà da parte della mia azienda. Ho cercato di tenere nascosta la cosa fino a pochi giorni fa per la mia sicurezza e quella degli uomini che mi accompagnano”.

Libertà di stampa

“Questa potrebbe essere la conseguenza, il prezzo da pagare. Lo Stato mi protegge affinché io possa continuare a fare ciò che faccio. Quello che mi preoccupa di più è il fatto che si consenta ancora di fare delle richieste di risarcimento danni temerari. C’è un disegno di legge da due anni in senato che renderebbe più liberi tanti giornalisti. Penso non tanto alla mia attività. Penso ad autori e giornalisti più piccoli che magari sono costretti a fare dei pezzi per pochi euro. Mantenere la schiena dritta è difficile. Una democrazia dove non c’è una stampa libera è come una macchina senza certificato di garanzia”.

Minacce

“Queste minacce arrivano da personaggi che gestiscono il narcotraffico. La cosa più particolare è che siano stati ingaggiati killer stranieri. Hanno preferito aggirare la Ndrangheta così. È qualcuno a cui abbiamo rotto le scatole ma ovviamente non faccio nomi. Noi continueremo a fare il nostro mestiere. Vivere sotto scorta ha limiti ma devo dire che le persone che mi stanno accompagnando sono ragazzi splendidi che hanno accostato rispetto a professionalità. Io ho bisogno di poche cose e una di queste è svolgere il mio lavoro in tranquillità”.

Pierluigi Lantieri