Le misure restrittive imposte dal governo hanno limitato la libertà individuale in nome del bene comune anche e soprattutto a causa delle legittimazione dei cittadini a farlo, a cedere quote di libertà, a delegare a qualcun altro i nostri diritti inalienabili. Non è un segreto né una delle solite odi tacciabili di complottismo, lo stesso virologo Roberto Burioni era stato lapidario su questo: “Che un’emergenza non consenta di superare lo stato di diritto è una opinione, rispettabile ma pur sempre un’opinione“.
La necessità di tutelare gli interessi corali ha prodotto una limitazione dell’individualità dei singoli in favore di una presunta tutela della collettività. La difesa dell’individuo alla base del pensiero liberale occidentale è stata incrinata dall’emergenza pandemica ponendo in questione il delicato equilibrio tra soggetto e la sua struttura sociale.

Per Alessandro Meluzzi la logica, etica del pensiero, elimina ogni possibile equivoco. Partendo dal pensiero greco, attraverso gli insegnamento de padri della Chiesa, Meluzzi decostruisce il mito del bene comune attraverso i grandi pensatori del liberalismo. Alla base della cultura occidentale rimane la centralità del soggetto contro ogni forma embrionale di totalitarismo e dittatura. L’attualità rinnova i suoi interrogativi alla logica: chi può stabilire il bene comune senza arbitrio e imposizione? Rispondere è dovere di ogni libera coscienza.

L’analisi di Alessandro Meluzzi in difesa della libertà individuale ai microfoni di Fabio Duranti

“La logica ci dice che possiamo pensare bene o pensare male non solo per quello che pensiamo ma per come pensiamo. L’individualità è sempre venuta prima, dal pensiero greco in avanti, della collettività e coralità perché affronta il tema del soggetto. Quest’ultimo è la percezione che io ho di essere nel mondo. Questa è diventata una norma etica nel pensiero liberale. Non siamo come un formicaio o un alveare in cui un milione di api può sacrificarsi per difendere una regina. Il bene collettivo è frutto di mille egoismi che si compongono per formare nella società un bene comune.
Il ragionamento inverso dal bene collettivo al bene individuale è un artificio, non si capisce chi dovrebbe stabilire il bene comune mentre ognuno di noi sa che cosa è il bene di ognuno. Dire che il bene comune viene prima del bene individuale è un sofismo che contraddice la logica.
Chi lo stabilisce il bene comune? Draghi? Quello che lui digita sul personal computer? Questa è la base di tutte le dittature. Il bene comune non esiste. La libertà individuale non può essere violata in alcun modo. Bisogna resistere a questa deriva”