Fanno discutere le parole di Sergio Mattarella, che ha invocato la responsabilità degli italiani per spronarli alla vaccinazione, dichiarando che se non lo si fa, si mette in pericolo anche la salute degli altri. Nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pavia, il Capo dello Stato ha dichiarato: “Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”.

Parole che non trovano il loro fondamento nelle carte e negli atti normativi mostrati in diretta dall’avvocato Renate Holzeisen e da Fabio Duranti a “Un Giorno Speciale”. Sui vaccini la documentazione degli organi comunitari, che fa riferimento al regolamento CE 507/2006, prova nero su bianco che si tratta di sostanze ancora sperimentali, che vengono immesse nel mercato in modo ‘condizionato’ a causa dell’emergenza in corso. Questa sostanza andrà confermata con altri studi randomizzati e dunque, al momento, resta sperimentale. L’analisi dei documenti confuta dunque le parole del Capo dello Stato.
Approfondiamo la documentazione in diretta.

“Basterebbe che il presidente della Repubblica guardasse gli atti normativi e la documentazione ufficiale degli organi comunitari che hanno autorizzato queste sostanze sperimentali. Sono rimasta incredula di fronte alle parole di Mattarella: viene confutato in toto da quello che risulta dai documenti ufficiali e questa la trovo una situazione gravissima e imbarazzante. L’importanze è sapere cosa significhi autorizzazione condizionata. Queste autorizzazioni fanno riferimento al regolamento CE 507/2006 per il quale vengono autorizzati quei farmaci che mancano degli studi molto importanti farmaceutici e pre-clinici, come quelli sugli animali. Vengono approvati nel caso in cui ci sia un’emergenza pubblica.

Il punto è che si va a vedere l’articolo 5 di questo regolamento, che parla degli obblighi specifici dei titolari di questa autorizzazione, parla di obbligo di concludere gli studi in corso al fine di confermare che il rapporto rischio-beneficio sia positivo e di fornire dati supplementari. Non siamo di fronte ad un ‘medicinare’ con tutti gli studi che di norma vengono fatti. Ci sono determinati casi, come quello di una dichiarata emergenza, nella quale non ci sono terapie valide: in questi casi è possibile immetterlo sul mercato. Siamo chiaramente di fronte a delle sostanze che si trovano in una fase sperimentale e tutt’oggi, come risulta dalle decisioni della commissione Europea, l’efficacia e la sicurezza di questa sostanza dovrà essere confermata con uno studio randomizzato entro il dicembre del 2023. Dal dicembre dell’anno scorso ad oggi, dunque, si continua con l’inoculazione di una sostanza sperimentale come dice il legislatore comunitario. Incredibile che non sia stato già possibile fermare questo: mi auguro che qualche giudice prenda sul serio la normativa comunitaria.

Stiamo viaggiando sotto il diritto comunitario, si tratta di un’autorizzazione condizionata. Non è stata un’autorità italiana a fare tutto ciò. Tra l’altro abbiamo conferma di questa cosa anche dai contratti stipulati dai produttori e la Commissione Europea: risulta in maniera chiara che non è nota né l’efficacia né la sicurezza. Loro hanno pertanto richiesto di essere esonerati da qualsiasi responsabilità”