Il nodo della scuola è uno dei principali che riguardano la vita del paese. Nella scuola infatti vengono sviluppandosi le teste dei nostri figli, quindi crescono e maturano le nostre generazioni. È un vecchio sogno del capitale quello di distruggere la scuola per produrre una desertificazione delle menti e di conseguenza per generare schiavi docili e remissivi incapaci di pensare e criticare, portatori di un sapere confezionato ad hoc che sempre da capo consolidi e confermi l’ordine delle cose. In questi giorni apprendiamo che la situazione della scuola non va certo migliorando. leggo ad esempio su Affari Italiani che 200 classi e 5 mila alunni sono già di nuovo in DAD, grigio acronimo che sta per didattica a distanza. I presidi dicono che è addirittura peggio dell’anno scorso. Mi siano allora consentite impressionistiche considerazioni intorno a questo tema che ritengo assolutamente cardinale.

In primo luogo con tutta evidenza l’infame tessera verde che avrebbe dovuto produrre la ripartenza del Paese generando ambienti sicuri rivela qui la propria bancarotta. Rivela la propria reale funzione che non è di ordine medico-scientifico, l’infame tessera verde serve invece a discriminare quanti non giurino fedeltà al nuovo leviatano tecno-sanitario, escludendoli dalla vita pubblica e trasformandoli in cittadini di seconda classe, con movimento sinergico serve a produrre controllati bio-politicamente per il tramite dell’infame tessera verde. Si tratta allora di uscire dal lock-down cognitivo, la tessera verde non produce ambienti sicuri e come appare evidente dalla questione della scuola, addirittura si stanno producendo nonostante la tessera verde ambienti ancora meno sicuri rispetto a quelli dell’anno scorso. Alla vecchia normalità non si torna più. Non a caso già nel marzo 2020 i padroni del discorso parlavano di New Normal, nuova normalità

Tra i sogni del capitale figura la distruzione della scuola che appare compiersi esattamente con l’annientamento dell’esperienza della scuola in presenza, mediante la didattica a distanza e mediante altrettante forme di annientamento dell’esperienza formativa scolastica. L’Occidente si è sviluppato per il tramite delle forme di insegnamento in presenza, dall’Accademia platonica al liceo aristotelico, passando per le Università medievali fino a tempi recenti. Con la didattica a distanza e il nuovo principio cardinale della scuola disgregata al tempo del neoliberismo e del leviatano tecno-sanitario stiamo davvero assistendo alla decomposizione finale della scuola. Il trionfo di un capitalismo che è riuscito a annientare tute le radici etiche: dalla famiglia alla Stato passando per la società civile della scuola pubblica e dei sindacati ormai divenuti meri avamposti del capitale. In sostanza possiamo dirlo apertamente, il coronavirus non ha fatto altro se non accelerare processi già in corso nella mondializzazione turbo capitalistica fra questi vi è sicuramente l’annientamento della scuola per produrre il vuoto funzionale alla libera circolazione delle merci e delle persone mercificate.

RadioAttività lampi del pensiero con Diego Fusaro