C’è chi li vorrebbe antagonisti e li descrive in modo diverso da ciò che in realtà avviene quotidianamente. La verità è che Enrico Michetti e Simonetta Matone, candidati rispettivamente a sindaco e prosindaco della città di Roma, hanno ben chiara la loro missione comune: lavorare insieme per risolvere i problemi della Capitale. Un obiettivo da raggiungere senza cadere nella trappola del “divide et impera”, che qualcuno sta confezionando su di loro reputandoli distanti l’uno dall’altro.

Invece il ticket Michetti-Matone appare proprio sulla stessa lunghezza d’onda. E lo dimostrano non solo in ogni occasione pubblica che li vede protagonisti, ma anche nella condivisione delle idee per la città, nell’individuazione dei problemi più grandi che Roma ha ormai da troppo tempo. Punti di vista sui rifiuti, sui servizi e sulla buona amministrazione ribaditi dalla coppia in diretta, ospiti del direttore Ilario Di Giovambattista e di Stefano Raucci.

Ecco l’intervista a Enrico Michetti e Simonetta Matone.

Matone: “La gente è arrivata al limite estremo di sopportazione”

“Noi rappresentiamo una speranza perché veniamo dalle professioni, veniamo dal mondo delle istituzioni. E la gente confida in noi perché è arrivata al limite estremo di sopportazione. Questo purtroppo va detto e non è una bella cosa. Noi dobbiamo essere all’altezza di quello che la gente ci chiede. Veramente, ci sono delle scene al limite del supplichevole.

“Non hanno il contatto con la realtà. Basta andare in giro per Roma, parlare con la gente e chiedere che cosa pensa dell’amministrazione comunale. Nessuno di noi è contento di ciò: noi siamo veramente sgomenti, anche per il carico di responsabilità che ci attende. Come si fa a dire che va tutto bene? Qui non funziona assolutamente niente: dalla prima all’ultima cosa”.

Michetti: “Il giudizio lo daranno i cittadini di Roma”

“Come dice Simonetta, io penso che la situazione a Roma sia molto difficile per quanto riguarda l’igiene urbana, i trasporti, il decoro cittadino. Credo che poi il giudizio lo debbano dare i cittadini di Roma, che sono coloro che pagano i servizi. Altrimenti noi ci troviamo di fronte a un’amministrazione autoreferenziale, che giudica se stessa, che non ascolta il cittadino”.

Matone: “Prima cosa che farei? Occuparmi dei rifiuti”

“A me piacerebbe tantissimo occuparmi di rifiuti. È vero che la campagna elettorale non si può basare solo su quello e Roma non è soltanto cumuli di immondizia. Ma è la cosa che la gente chiede di più: a me e a Enrico. Risolvere il problema dei rifiuti. Risolvere il problema dei rifiuti attraverso soluzioni rapide e ragionevoli. Non si può continuare così, non si può. È uno spettacolo indegno. È uno spettacolo pericoloso”.

Michetti: “Rifiuti, c’è bisogno di impianti”

“Ha ragione Simonetta: nel momento in cui si deve trattare o smaltire il rifiuto c’è bisogno di impianti per il riutilizzo e per il riciclo. Senza gli impianti è chiaro che il rifiuto rimane nel cassonetto. L’immondizia se non sai dove portarla poi rimane o nel cassonetto o sui camion. E i camion una volta che hanno fatto il pieno gli bastano un certo numero di cassonetti e poi si deve fermare”.